New York. Il referendum numero 07-0032 per il quale si stanno raccogliendo le firme in California sta facendo venire i brividi al Partito democratico e alla campagna di Hillary Clinton. Il testo del quesito referendario cambia radicalmente il modo di assegnare il numero dei “Grandi elettori” presidenziali del più popoloso stato dell’Unione, aumentando di molto le possibilità repubblicane di mantenere le chiavi della Casa Bianca alle prossime elezioni del 2008. In California, così come in tutti gli altri stati, eccetto Nebraska e Maine, vige il sistema maggioritario winner-takes-all che assegna tutti i grandi elettori in dotazione allo stato al candidato che prende più voti. Nel caso della California, i grandi elettori sono 55, un numero che sale o scende in base al censimento della popolazione e, di conseguenza, al numero dei collegi elettorali per la Camera dei rappresentanti, più i due senatori che la Costituzione garantisce paritariamente a tutti gli stati dell’Unione.
Anziché assegnare i 55 grandi elettori a chi prende più voti nell’intero stato della California, il referendum ne assegna uno per ciascuno dei 53 collegi elettorali in cui è suddivisa la California, più altri due come premio di maggioranza per chi conquista più voti popolari. L’effetto politico sarebbe clamoroso, perché i repubblicani sono di gran lunga il primo partito in una ventina di circoscrizioni. Se nel 2004 ci fosse stato questo sistema, Bush avrebbe conquistato 22 voti elettorali anziché zero, un gruzzolo pari all’intera posta in palio in stati medio grandi come l’Ohio, quindi fondamentale in una competizione che il prossimo anno, come già nel 2004 e nel 2000, si annuncia decisa all’ultimo voto.
L’iniziativa referendaria è ancora lontana dall’obiettivo delle 434 mila firme necessarie a convocare il voto, previsto per il giugno del prossimo anno, cinque mesi prima delle elezioni presidenziali. L’ideatore del referendum è Thomas Hiltack, un noto avvocato repubblicano che in passato è stato consulente legale di Arnold Schwarzenegger, ma anche deus ex machina del “recall” del 2003, cioè della clamorosa iniziativa popolare con cui i californiani sfiduciarono Gray Davis, il governatore democratico in carica, e lo sostituirono con Schwarzenegger. La campagna “Californians for equal representations” al momento vive una fase di crisi, malgrado i sondaggi siano molto favorevoli. Si sono dimessi i vertici del gruppo, compreso Hiltack, mostrando pubblicamente la difficoltà di raccogliere i due milioni di dollari che servono a completare la campagna di sottoscrizioni. L’unico grande sostenitore, oggi, è un finanziere newyorchese molto vicino a Rudy Giuliani.
I giornali e i politici liberal, gli attori e i produttori di Hollywood si sono scatenati per contrastare quello che giudicano uno “sporco trucco” per condizionare preventivamente il risultato delle elezioni del 2008. Eppure in Carolina del nord, uno stato solidamente conservatore, sono i democratici a sponsorizzare una riforma elettorale sul modello del referendum californiano. Mentre nel 2004 erano stati i democratici del Colorado a portare al voto un quesito simile, poi sconfitto alle urne. La campagna di Giuliani nega ogni coinvolgimento diretto, mentre gli strateghi di Hillary assicurano di non avere niente a che fare con il gruppo liberal che si è organizzato per contrastare il referendun, malgrado il portavoce sia un ex funzionario della Casa Bianca di Clinton e i soldi provengano da grandi finanziatori dell’ex first lady. La sfida tra Giuliani e Hillary, però, è cominciata.
6 Ottobre 2007