New York. Un piccolo e oscuro incontro che si è tenuto nel fine settimana a Salt Lake City, in Utah, potrebbe cambiare i connotati della politica americana, in particolare del Partito repubblicano e della Right Nation, e innescare un terremoto politico senza precedenti. A latere di una conferenza a porte chiuse del Council for National Policy – la coalizione dei principali gruppi cristiano-conservatori di cui si sa poco o nulla se non che vi fanno parte tutti i big della destra religiosa – si è tenuto un meeting privato nel quale tutti i capi delle varie organizzazioni della destra religiosa hanno approvato una clamorosa risoluzione politica con cui minacciano il Partito repubblicano di appoggiare alle elezioni presidenziali del 2008 un candidato di un terzo partito, qualora Rudy Giuliani (o un altro candidato favorevole all’aborto) dovesse vincere le primarie. In poche parole, la destra religiosa – già delusa dalle promesse non mantenute di George W. Bush – sta pensando di lasciare il Partito repubblicano. “Siamo stanchi di essere trattati come amanti da nascondere”, ha detto Richard Viguerie, uno dei leader, a proposito dell’establishment del partito e in particolare della Casa Bianca di Bush. Viguerie sostiene che i big del partito, privatamente, li rassicurino e gli dicano quanto li amino e li apprezzino, ma che poi, pubblicamente, facciano finta di non conoscerli.
La notizia della risoluzione di Salt Lake City è trapelata sul sito conservatore WorldNetDaily, da lì è stata rilanciata dalla rivista online Salon ed è subito diventata l’argomento del giorno sui grandi giornali liberal e nei talk show televisivi. La campagna di Giuliani ha replicato spiegando che in realtà i sondaggi confermano come il mondo conservatore stia saldamente con l’ex sindaco di New York, grazie alla sua esperienza e alla sua leadership nella lotta contro il terrorismo e nella battaglia per la riduzione delle tasse, ma soprattutto per il fatto che Giuliani è il candidato repubblicano meglio attrezzato a battere Hillary Clinton alle elezioni.
Al di là della battaglia per la conquista della nomination repubblicana, la risoluzione di Salt Lake City è la prima presa di distanza ufficiale della destra religiosa americana dal gruppo di testa del Partito repubblicano. La Jesus Machine guidata da James Dobson di Focus on the Family, da Tony Perkins del Family Research Council, da Paul Weyrich della Free Congress Foundation, da Morton Blackwell del Leadership Institute e dall’ex candidato presidenziale Gary Bauer si gioca molta della sua stessa credibilità con questa mossa, perché se la base repubblicana dovesse comunque votare per Giuliani potrebbe perdere l’influenza conquistata in questi anni e mutare geneticamente il Partito repubblicano.
L’idea della destra religiosa è che i pilastri del partito siano essenzialmente tre: tasse basse, sicurezza nazionale e opposizione all’aborto, sicché se i repubblicani scegliessero un candidato abortista soltanto perché è il più forte in un eventuale confronto con la Clinton tradirebbero uno dei tre principi costitutivi del movimento conservatore e causerebbero la fine del Partito repubblicano. Altri, più cautamente, sostengono che per i conservatori non ci sia un disastro più grande di una vittoria della Clinton, motivo per cui tra i due, Giuliani e Hillary, è preferibile scegliere il male minore.
Il gran capo della Jesus Machine, James Dobson, è irremovibile. Non si è mai trattenuto dal giudicare irricevibile la candidatura di Giuliani, così come quella di John McCain. I dubbi sul mormonismo di Mitt Romney e sulla sua recente, e sospetta, conversione ai temi sociali, portano a diffidare anche dell’ex governatore del Massachusetts. Non convince nemmeno Fred Thompson, prima atteso come il salvatore della patria, ora criticato per la sua opposizione all’emendamento costituzionale anti matrimonio gay e per la mancanza di spirito crociato nel promuovere le battaglie sociali. Qualcosa di più preciso si saprà il prossimo 18 ottobre, quando per quattro giorni si terrà a Washington il grande congresso dei Values Voters, degli Elettori dei Valori, organizzato dal Family Research Council. I candidati democratici alla Casa Bianca hanno declinato l’invito bipartisan. I repubblicani ci saranno tutti, tranne Rudy Giuliani e John McCain.
2 Ottobre 2007