Buongiorno a tutte e tutti!
Sono molto contenta di iniziare questa nuova collaborazione con “Linkiesta” attraverso un nuovo Blog che si chiamerà “EuropaVerde”.
L’Europa come spazio di democrazia e di governo, una rivoluzione verde, ovviamente pacifica e allegra – nel modo di vivere, di produrre, di lavorare, di rapportarsi con gli altri, di decidere il futuro: questi sono i miei due “paradigmi” di impegno e di azione che cerchero’ di discutere con voi in questo Blog!
Ultimi giorni febbrili di campagna referendaria, con la netta sensazione di essere dei maratoneti che corrono con una gamba sola, dato che il quorum dei 25 milioni di votanti é molto difficile da raggiungere. E su questo, dopo il 13 di giugno sarà necessario fare una seria valutazione, qualsiasi sia il risultato. Non tanto perché il quorum è troppo alto; in fondo si tratta di abrogare una legge votata dalla maggioranza del Parlamento. Ma piuttosto perché il gioco è totalmente falsato.
L’Italia oggi non é in grado di garantire una consultazione elettorale in linea con le regole internazionali, che parlano di accesso equo e costante ai media, di controllo ferreo dei finanziamenti, di informazione entro tempi congrui e per una durata sufficiente a fare capire al maggior numero possibile di elettori ed elettrici la posta in gioco, di divieto di quella che si chiama “propaganda istituzionale”, per esempio Berlusconi che parla da Presidente del Consiglio esibendo il simbolone del suo partito.
Il dibattito sul referendum sul nucleare come anche i quesiti sull’acqua e il legittimo impedimento, non è sfuggito a questo grave handicap. La volgarità e l’incompetenza (alla fine, ma solo alla fine) del governo hanno impedito che il quesito venisse eliminato dalla lista; ma la discussione soprattutto in TV, inclusi i talk-show di anti-berlusconismo militante, non è stata di grande qualità; soprattutto lascia ancora molto da fare a coloro che, come noi, cercano di dimostrare che non si tratta solo di impedire la costruzione di centrali nucleari costose e poco sicure, ma soprattutto d’imboccare senza se e senza ma la strada possibile ma non facile di un’economia ad alta efficienza e basata sulle energie rinnovabili. Penso percio’ che la priorità di tutto il movimento che si è rimesso in marcia e ha creato un’ampia mobilitazione intorno al SI all’abrogazione della legge che sancisce il ritorno del nucleare, debba essere quella di lavorare da subito e nel modo più unitario possibile alla redazione, presentazione e diffusione di un vero e proprio Piano Energetico nazionale, che dovrà servire da guida per chi si candida al prossimo governo del paese, ma anche a chi, dopo l’avventura referendaria e comunque essa si concluda, ha voglia di non limitare la sua partecipazione a scrivere un “si” o un “no” su una scheda. Le questioni energetiche vanno al di là della semplice scelta di quale fonte energetica usare per accendere un interruttore; toccano il governo del territorio, (e qui c’è un forte legame con il quesito sull’acqua) e perfino comportamenti individuali. Una bella avventura ci aspetta, che, certo, sarà più facile vincere se riusciremo nelle prossime 48 ore a convincere il maggior numero possibile di elettori ed elettrici a recarsi alle urne.