Design Kit - Inspiration and referencesL’utilità nelle piccole cose

Oggi vi raccontiamo un bel lavoro di ricerca culminato con una mostra e una pubblicazione. Un libro edito da Rizzoli New York, dal nome Usefulness in Small Things di Kim Colin e Sam Hecht, due desi...

Oggi vi raccontiamo un bel lavoro di ricerca culminato con una mostra e una pubblicazione. Un libro edito da Rizzoli New York, dal nome Usefulness in Small Things di Kim Colin e Sam Hecht, due designer che vivono e lavorano a Londra. Hanno fondato uno studio dal nome Industrial Facility e insegnano alla Royal College of Art.
www.industrialfacility.co.uk
www.underafiver.co.uk
http://www.amazon.com/Usefulness-Small-Things-Items-Collection/dp/0847836088

Il libro racconta, attraverso immagini commentate, quegli oggetti di tutti i giorni di cui noi ci circondiamo e che sono frutto di una produzione di massa a basso costo, prodotti che non vengono caricati di significati particolari nel nostro immaginario. Manufatti che vengono dimenticati o sono sotto ai nostri occhi talmente tanto da non rappresentare più nulla per noi. Questi sono i presupposti di partenza di questa collezione, che a partire dal 1994, i due designer hanno iniziato a scovare durante i loro viaggi in giro per il mondo. Prodotti che non fossero troppo pesanti, ne costosi, volutamente scovati in piccoli negozietti di quartiere per dare all’oggetto un senso preciso di appartenenza.
L’anno scorso hanno presentato durante la fiera del Mobile di Milano una mostra nello spazio di Paul Smith, l’occasione era il lancio di questo libro.
I due designer, con questa ricerca, si chiedono cosa sia il Design oggi affermando che purtroppo si guarda soprattutto all’immagine di un prodotto invece che alla sua vera funzione. Questo limite del Design fa si che esistano situazioni, funzioni e attività che gradualmente vengono dimenticate. Questi sono i “territori nascosti” dove il Design dovrebbe fare una grande riflessione prendendosi cura di come realmente la gente vive e utilizza le cose.

I prodotti sono divisi in cinque categorie: Cura (riflessioni sui dettagli formali e materiali del prodotto), Modificazione (un cambiamento formale o di uso che può cambiare il senso stesso dell’oggetto), Dualità (un oggetto che permette più funzioni), Immediatezza (un oggetto fine a se stesso, che grazie alla sua semplice dichiarazione formale esprime perfettamente e logicamente il suo uso), Situazioni (sono prodotti progettati per colmare un vero e preciso bisogno).

Cura
Nella sezione sulla Cura si va da un incredibile interruttore tutto prodotto in terracotta, dove anche il tasto a rotazione è fabbricato nello stesso materiale, prodotto in Italia, ad un accendi gas che sembra un giocattolo, con una qualità della plastica impressionante, Tailandia, ad una candela ad olio usa e getta in latta, senza etichetta o marca, USA, fino ad un galleggiante dello sciacquone tutto prodotto in rame, ancora in produzione. Da notare che questo oggetto è stato pensato con una sofisticazione formale molto evoluta per un prodotto che andrà a posizionarsi in un luogo che l’utilizzatore finale non vedrà mai. Tutti oggetti prodotti con grande conoscenza dei materiali e tecnica di produzione, i dettagli sono impressionanti.

Modificazione
In Modificazione ci sono un cucchiaio con un taglio leggermente diagonale nell’estremità alta per permettere le persone di grattare o raccogliere meglio il residuo finale di una salsa, Francia. Una cazzuola prodotta in polistirolo. Un tempo era solo un packaging ma degli operai iniziarono ad adoperarlo quasi per sbaglio e tutt’oggi apprezzano le sue qualità di stesura del materiale, un vero cambio di significato per questo oggetto, Grecia. C’è anche uno strumento religioso, una brocca in plastica con due manici usato nelle pratiche religiose ebraiche, UK. Serve per lavare e purificare le mani. Mentre si risciacqua una mano l’altra tiene il contenitore, in questo modo non c’è possibilità di sporcarsi le mani. Quello che ai nostri due designer ha fatto riflettere è il fatto che questo manufatto sembra così lontano in termini di materiale e colore da una pratica di purificazione.

Dualità
Nel capitolo sulla Dualità c’è un prodotto che tutti quanti nelle nostre case italiane hanno usato o almeno visto. Una chiave per aprire le ante degli armadi con un anello alla sua estremità. Questo accessorio permetteva al produttore di mobili di non fabbricare la maniglia, il risultato era un armadio con una superficie lineare e leggera. C’è un prodotto tutto giapponese, una forbice taglierino ed un prodotto tutto americano, un ciuccio termometro. Questi ultimi sono prodotti che reputiamo troppo vicini al gadget, quando un oggetto viene caricato di troppi significati o usi spesso fallisce nel suo intento.

Immediatezza
Nella sezione che analizza l’Immediatezza troviamo stuzzicadenti traslucidi prodotti in amido di mais, costruiti come si produce un prodotto in plastica, ad iniezione, il materiale è completamente biodegradabile, Corea. Uno strumento per tagliare le melanzane, un coltello in legno di notevole grandezza che viene usato come un’ascia. Il legno pare sia migliore del metallo perché non deteriora questa verdura dopo il taglio facendola diventare scura velocemente. Bulgaria. Un oggetto costruito con frammenti di legno e carta, arrotolati fra loro e imbevuti di benzina, il tutto munito di stoppino. Sembra una bombetta invece il suo utilizzo reale è lanciarlo dentro il camino per accendere il fuoco. Svizzera.

Situazioni
La parte dedicata alle Situazioni raccontano di un bellissimo strumento per produrre i falafel, due produttori diversi che si trovano a pochi chilometri di distanza, ovviamente uno si trova nei territori palestinesi e l’altro in Israele. Uno stupendo pennello usa e getta costruito interamente da fibre di carta, il corpo con questa tecnica di produzione diventa un pezzo unico. USA. Un guanto per tenere l’ostrica in mano quando la si deve aprire, una modalità molto difficile. Il guanto è completamente aperto su tutto il dorso in quanto spesso questa pratica avviene sotto l’acqua corrente, se fosse un normale guanto si riempirebbe di acqua. Ovviamente proviene dalla Francia.

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