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■ Chi è Nicola Mattina? Qualche settimana fa è stato nostro ospite Nicola Mattina, fondatore di Elastic ed esperto di social media e comunicazione corporate.  Innanzitutto Nicola ci ha spiegato c...

■ Chi è Nicola Mattina?

Qualche settimana fa è stato nostro ospite Nicola Mattina, fondatore di Elastic ed esperto di social media e comunicazione corporate.

Innanzitutto Nicola ci ha spiegato che cos’è Elastic, la società che ha fondato: si tratta di una società di consulenza che si occupa di progetti che hanno a che fare con il digitale, e gestisce progetti di comunicazione che usano le tecnologie digitali come strumenti fondamentali per essere realizzati.

La definizione di enterprise 2.0, secondo Nicola, sarebbe quindi portare dentro l’organizzazione le tecnologie e le prassi che nascono intorno alle tecnologie, dato che comunque tutti le sperimentiamo già su Internet, in primo luogo sotto la forma dei social media.

Questo tipo di approccio porta a una degerarchizzazione interna alle aziende, un processo già in atto soprattutto nelle aziende che si confrontano in modo forte con il mercato. Abbiamo chiesto a Nicola quali siano gli strumenti che possono accelerare questo fenomeno di condivisione, ma a suo avviso il problema è culturale, più che di strumento. Se non c’è un cambiamento organizzativo, infatti, nessuno strumento potrà garantire il passaggio da un approccio all’altro, per quanto performante possa essere.

Molte di queste iniziative vengono attuate con successo nei periodi di grande crisi, quando ormai la situazione è tale da spingere le aziende ad essere disposte a tentare qualsiasi tipo di cambiamento, dato che nulla di quel che è stato fatto fino a quel momento ha funzionato. Secondo Nicola uno dei passaggi importanti sarà quello dell’abbandono del computer come postazione fissa in favore del tablet, anche in ambito lavorativo, passaggio che si porterà dietro anche un mercato di app più o meno specifiche per le attività aziendali.

E’ probabile che un uso più intensivo porti anche alla necessità di un miglioramento infrastrutturale della rete stessa, anche se il problema di fondo rimane chi la paga. C’è un mondo, che è quello degli editori, che ha paura di una banda troppo larga, che di fatto è una tecnologia abilitante nel portare video su device on demand, eliminando la necessità della TV tradizionale. La conseguenza dell’evoluzione di questo fenomeno sarà che a usare la TV rimarranno solo le fasce deboli, mentre la fetta di mercato più pregiata si sposta altrove. Non è solo una questione culturale, quindi, ma anche e soprattutto di interessi economici.

Abbiamo chiesto a Nicola che cosa è Working Capital, il progetto di Telecom Italia ora chiamato Premio Nazionale per l’Innovazione, nato per finanziare le migliori idee in 4 ambiti differenti. I business angel italiani, infatti, per quella che è stata l’esperienza di Nicola, sono estremamente cauti nel dare finanziamenti alle startup. Inoltre manca un ecosistema che porti le persone che si sono cimentate e hanno sviluppato l’idea di fare impresa verso un processo di crescita e maturazione in un’azienda vera e propria.

Il consiglio principale di Nicola per chi volesse aprire una startup, quindi, è scordarsi dei finanziamenti e non pensare che servano dei soldi. Con startup su Internet si può partire anche molto velocemente, con un investimento abbastanza modesto, ma la prima cosa da pensare nel fare una startup è che si tratta di una cosa faticosa, e che quello che si pensa è tipicamente sbagliato. E’ necessario quindi analizzare l’idea, capire dove è sbagliata, cambiarla e renderla più interessante.

In secondo luogo, è necessario confrontarsi moltissimo, e parlare della propria idea con persone più preparate, che possano fornire un insight e delle obiezioni costruttive all’idea originale. Bisogna però uscire dall’ordine di idee secondo il quale se racconti l’idea, qualcuno te la ruba. Infine è importante partecipare a qualsiasi competition per startup che esiste, farsi conoscere dai business angel e venture capital e tentare qualsiasi strada per far partire il proprio progetto.

Abbiamo parlato più in dettaglio di questi e altri temi legati al mondo delle startup, delle aziende, e dell’uso che viene fatto all’interno di queste di alcuni strumenti di comunicazione innovativi.

Vi invito quindi a visionare l’intervista completa, molto più ricca di dettagli e riflessioni rispetto a questa mia breve sintesi. Buona visione!

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