Riduzione degli stipendi dei deputati: so what?

La penosa vicenda del rapporto sugli stipendi dei parlamentari appena presentato e poi già quasi sconfessato, dimostra che affidarsi a demagogia e imprecisione é come al solito una scorciatoia che ...

La penosa vicenda del rapporto sugli stipendi dei parlamentari appena presentato e poi già quasi sconfessato, dimostra che affidarsi a demagogia e imprecisione é come al solito una scorciatoia che fomenta false battaglie e gran perdite di tempo.
Molti emuli di Rizzo e Stella ( e a volte pure loro se non ricordo male) hanno svelato sicuramente un sacco di cose giuste, ma sulla questione dei parlamentari hanno spesso fatto un po’ di confusione, mischiando indennità lorde (per gli italiani) e nette (per gli stranieri) e quindi falsando i dati. Questo ha distratto dai veri scandali, dai rimborsi eccessivi e a vita e altre cosucce, dagli affitti di Montecitorio, agli sprechi assurdi delle Camere, che sono venute fuori dopo molto tempo e lavoro, spesso per merito dei radicali. Per non parlare della questione dei collaboratori. La verità é che 4.000 euro per gli assistenti (chiamarli portaborse é in molti casi irrispettoso del loro lavoro e competenze..) sono pochissimi e non permettono di avere un contratto decente e quindi la tentazione di intascarli o fare contratti bidone é altissima, come dimostra la realtà di precari nel cuore delle istituzioni italiane. Al PE, dopo lotte decennali, siamo riusciti ad imporre rimborsi a pié di lista, stipendi uguali per tutti (guarda caso piu o meno quanto quelle italiane), trasparenza sui contratti degli assistenti, tutti legalizzati e con contratti ormai europei ( e i soldi corrispondenti non sono a disposizione del deputato), obblighi di rendiconti un po’ pallosetti, ma necessari. Questo significa che il costo totale é minore? No. Tanto per fare un esempio, un contratto “vero” costa ben di più di un contratto “precario”!! Ma almeno i furbetti hanno vita più dura. Cio’ detto, il problema del costo della politica non é il costo dei deputati o almeno non é solo il costo dei deputati. Qualsiasi direttore generale di qualsiasi amministrazione pubblica europea, nazionale o regionale prende di più, provare per credere. Il punto vero é la qualità dei rappresentanti, la loro competenza,l’impossibilità di valutarne il lavoro, il modo in cui sono selezionati e sicuramente anche il loro numero. 630 deputati e 315 senatori per un paese di 58 milioni di abitanti sono forse troppi, anche perché le due camere fanno la stessa cosa…. Ma attenzione ragazzi “dimezzare” i deputati significa diminuire non solo i costi; ma anche la rappresentanza democratica. Concentrarsi sui deputati fa dimenticare un sacco di altri sprechi e giochetti. E che ci piaccia o no, favorisce la “democrazia del censo” e sicuramente non garantisce che i “migliori” ( a meno che non siano ricchi, famosi, o con capacità clientelari ben rodate e fedeli al capo) siano scelti. In sostanza, penso che gli italiani e le italiane non avrebbero tutti questi problemi con le indennità dei deputati se questi dimostrassero serietà, competenza e se alcuni privilegi fossero eliminati.
Ci sono moltissime cose da fare per riformare la politica, a partire appunto dai metodi della selezione degli “eletti”, fino all’accesso ai media, alla trasparenza dei finanziamenti e dei rendiconti delle spese ai partiti ecc….Sono invece superscettica sulle preferenze, in particolare in collegi grandi; alla fine, soldi e boss di partito le controllano lo stesso: ricordatevi che é stato un referendum a ridurne l’impatto devastante una quindicina di anni fa!! A mio modesto parere, la strada migliore sono le primarie e una selezione aperta basata su competenza e programmi. Come fanno i Verdi tedeschi, un mix intelligente e soprattutto trasparente di liste “bloccate”, apertura all’esterno e valorizzazione delle risorse interne. Fermo restando, of course, che il sistema perfetto non esiste e che ogni tanto bisogna cambiare le regole del gioco perché alla fine si formano sempre anomalie e grupi di potere!
E poi, le “quote rosa”. Ogni seria riforma della politica non puo’ assolutamente prescindere da questo elemento: ci vuole assolutamente un sistema che garantisca che almeno il 40% degli eletti siano donne. I meccanismi esistono. Dalle liste di genere alle liste alternate donna-uomo….

Insomma, ridurre lo stipendio dei deputati é un dettaglio, importante politicamente, ma pur sempre un dettaglio….

Comunque, poiché anche i simboli e l’esempio contano, spero che il Parlamento Italiano – invece di arroccarsi in una difesa impossibile anche se in qualche caso comprensibile del “dettaglio” della indennità,- non confonda le acque con il rapporto appena uscito, agisca al più presto e senza indugio per eliminare le zone d’ombra di affitti, appalti per i servizi, dipendenti con contratti strani, vitalizi troppo precoci, rimborsi estesi a dopo la fine del mandato, ecc… Ma anche i Ministeri e le Regioni hanno un bel lavoro da fare per “dimagrire” un po’ di tutti i consulenti, i consorzi e consigli di amministrazione vari che ancora esistono. Troppo complicato? Forse, ma almeno bisogna provarci, altrimenti sarà un altro buco nell’acqua e alla fine vincerà l’antipolitica che, da che mondo é mondo, ha sempre favorito la conservazione e l’autoritarismo.

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