Dopo l’ennesimo crollo di pezzi del Colosseo, stamattina sulla Pagina Fan di Facebook del Sindaco di Roma Gianni Alemanno è apparso questo status:
Per spiegarlo ci vorrebbe più di un blog in quanto la questione è piuttosto lunga e ha fatto molto discutere. I dettagli sono ben riportati da Astrid D’Eredità su Paese Sera, e alcune specifiche in merito al testo dell’accordo per il restauro sono consultabili su questo redazionale del Messaggero.
Riasssumo brevemente. Nel 2010 Alemanno e l’ex Ministro dei Beni Culturali, Sandro Bondi, presentano un “Avviso pubblico per la ricerca di sponsor per il finanziamento e la realizzazione di lavori secondo ‘piano degli interventi’, Colosseo, Roma”. La gara d’appalto va deserta.
Il proprietario della Tod’s Diego Della Valle, interessato all’appalto, ritiene improponibili le condizioni imposte dal bando. Così il 21 gennaio dello scorso anno si arriva all’accordo diretto tra Della Valle e l’allora Commissario per le Aree Archeologiche di Roma e Ostia Antica e oggi sottosegretario ai Beni Culturali, Roberto Cecchi.
Come ben sottolinea Astrid D’Eredità, “tra il bando dell’agosto 2010 e l’accordo firmato sussistono delle differenze; il testo siglato prevede alcune clausole in favore di Della Valle:
– diritti in esclusiva, «a non concedere a terzi l’uso, a qualsiasi titolo, di marchi, nomi, immagini o altri segni distintivi relativi al Colosseo con riferimento ai lavori di restauro» e a «non concedere a terzi il diritto di associare a fini promo-pubblicitari la propria immagine e i propri segni distintivi al Colosseo e/o ai lavori di restauro»;
– costituzione di un’associazione senza fini di lucro denominata «Amici del Colosseo» il cui logo potrà essere utilizzato per «articoli di abbigliamento, scarpe, cappelleria, profumi, adesivi, metalli preziosi e loro leghe, gioielleria, pietre preziose, orologeria, strumenti cronometrici».
– diritti di sfruttamento dell’immagine: «ottenere l’accesso al Colosseo per gruppi di persone con modalità da concordarsi con la soprintendenza»; di utilizzare «il logo e gli altri segni distintivi dell’associazione abbinati a quelli di Tod’s (…); di «inserire il proprio marchio dietro i biglietti del Colosseo»;
– realizzazione di una struttura temporanea o fissa all’interno del Colosseo «che potrà fregiarsi e utilizzare la denominazione e i segni distintivi dello sponsor».
Le polemiche ovviamente non sono mancate e alla fine di un lunghissimo dibattito sullo sfruttamento dell’immagine del Colosseo il Codacons decide di rivolgersi al TAR.
La situazione oggi. Della Valle scalpita e minaccia di andare via: “Questa operazione evidentemente non piace a qualcuno e di questo ne sono molto amareggiato”, sostenendo che dietro ci sia una regia occulta che non vuole concedergli l’appalto. Il Ministro Ornaghi e il Sottosegretario Cecchi lo convincono a restare.
Pare dunque che al Sindaco Alemanno sfuggano i temi del dibattito e che le preoccupazioni dell’Associazione Nazionale Archeologi siano da definire come azioni criminali. In più tra le convinzioni del Sindaco vi è l’anomalo parere che l’assegnazione di un appalto senza gara sia una procedura da ritenere corretta e le ragioni delle proteste e del Codacons siano dunque criminali. Per finire, non si capisce bene perché al primo cittadino romano prema molto affittare il Colosseo alla Tod’s visto che è il monumento più studiato e monitorato di Roma. Restauri continui ed efficienti vanno avanti dal 1981 (prima legge speciale su Roma) e quindi vi è solo bisogno di manutenzioni ordinarie e per importi di molto inferiori ai 25 milioni messi sul tavolo dalla Tod’s.
Francamente, a me qualche dubbio sugli allarmi e i continui crolli comincia a venire.