■ Chi è Arsenio Bravuomo?
Qualche tempo fa abbiamo avuto il piacere di intervistare Arsenio Bravuomo, scrittore e poeta torinese autore di diversi libri di poesia e racconti.
In primo luogo abbiamo chiesto ad Arsenio come è nato il suo libro “Piccolo bastardo racconta“. Si tratta di una serie di racconti, esposti con la voce di un bambino di nove anni. Arsenio ha anche aggiunto, alla fine del libro, un frammento di inizio romanzo che aveva scritto a 12 anni. Per quel che concerne la poesia, tutte le sue creazioni sono disponibili su Lulu.com, in un volume di circa 800 pagine.
Abbiamo chiesto che cosa è un poetry slam: fondamentalmente è una gara fra poeti, circa 8 per ogni serata, che si incontrano e scontrano su un palco, leggendo poesie. C’è una giuria popolare che dà i voti e un Master of Cerimonies che modera le attività. Spesso ci sono anche dei musicisti per rendere l’esperienza “meno noiosa”. I più bravi vanno avanti, e a fine serata si proclama un vincitore.
Da questo meccanismo è nato quindi il progetto “Poeti in lizza“, un torneo di poetry slam organizzato da Arsenio insieme a Guido Catalano ed Alessandra Racca, altri due poeti torinesi. Insieme avevano fatto molti poetry slam, alcuni belli e altri meno, specialmente dal punto di vista dell’organizzazione. Per questo motivo si sono proposti di creare un evento fatto bene, divertente e spettacolare, chiamando poeti molto bravi a partecipare. Per 32 posti disponibili si sono presentati in 80, e l’evento ha avuto un grande successo.
Talmente grande che poi hanno proseguito con “Storie in lizza“, un altro evento che funzionava con gli stessi meccanismi di partecipazione e votazione del poetry slam, solo che invece di far scontrare poeti, hanno fatto scontrare storyteller. 5 minuti a testa, senza leggere: un’esperienza molto interessante, che ha portato Arsenio a concludere che è molto più difficile trovare dei bravi raccontatori che dei bravi poeti.
Un’altra domanda che abbiamo posto riguardava la situazione dell’editoria italiana al momento: negli Stati Uniti giornali e libri sono già dati per morti, e secondo Arsenio è solo questione di tempo finché anche in Italia si arriverà alla stessa conclusione. E’ inevitabile, a suo avviso, che il libro diventi un prodotto di nicchia. La versione cartacea, tuttavia, rimarrà un oggetto quasi “da collezione”, per gli appassionati, mentre la fruizione di larga scala avverrà con i formati in digitale.
Faceva inoltre l’esempio di un scrittrice americana che ha scritto 40 romanzi e non è mai riuscita a pubblicarli attraverso gli editori. Ora invece è finalmente riuscita a pubblicare grazie ad Amazon: tolto il filtro, sarà il pubblico a decidere della qualità dei contenuti prodotti.
Un altro aspetto che abbiamo affrontato è stato quello del prezzo degli ebook. Secondo Arsenio non si può far pagare un ebook quanto un libro cartaceo, perché la percezione del valore è molto diversa. Un libro è un oggetto che esiste di per sé, e per produrlo bisogna sostenere delle spese per la stampa, la rilegatura, il trasporto; l’ebook, dall’altra parte, è un file su un HD, il costo di produzione è identico per una o mille copie.
In conclusione, Arsenio afferma che gli editori non scompariranno, ma che dovranno cambiare radicalmente il loro mestiere, per diventare un vero e proprio servizio agli autori. Scrivere un libro può essere un’attività solitaria, ma per la pubblicazione sono necessari molti passaggi tecnici e burocratici di cui gli editori potrebbero farsi carico. D’altronde, più cose ci sono da leggere, secondo lui, e meglio è: più gente scrive e migliore è un paese.
Naturalmente invito tutti a visionare l’intervista, molto ricca di spunti e riflessioni. Buona visione!