Investire nel calcio non conviene più? Chiedete alla famiglia Pozzo e forse cambierete idea. Sì, perché i proprietari dell’Udinese, che nel 2009 rilevarono il Granada, oggi sono andati a fare shopping Oltremanica accaparrandosi il Watford per una cifra vicina ai 25 milioni di euro. Il club inglese, attualmente in Championship e in passato presieduto da Elton John, sarà affidato al manager Gianluca Nani, uomo di fiducia della famiglia friulana.
Tutto bello e un po’ strabiliante, in tempi di crisi. Ma la domanda è la solita: che fine farà l’Udinese? “Resta sempre il modello a cui ispirarsi e il cuore pulsante di ogni progetto”, così recita il comunicato ufficiale dei Pozzo. Fino ad oggi la storia ha dato ragione a loro, che in due stagioni hanno messo al sicuro i conti del Granada (infarcita di giovani bianconeri in prestito) riportandola in Liga dopo 35 anni di assenza, mentre l’Udinese proseguiva la propria marcia trionfale culminata con il terzo posto in serie A e i preliminari di Champions.
Senza dimenticare la fitta rete di osservatori e il settore sportivo con una ‘cantera’ che a Udine ha visto sbocciare decine di fuoriclasse, puntualmente venduti ai top club realizzando plusvalenze da capogiro. Come quella di David Pizarro, preso in Cile a 3 milioni di euro e rivenduto all’Inter per 10 e Fabio Quagliarella, comprato a 7 milioni e impacchettato a 16 per il Napoli. Poi ancora Iaquinta, pagato 800mila euro al Castel di Sangro per poi essere venduto alla Juventus a 11 milioni, ma anche Muntari, arrivato dal Ghana per 800mila euro e girato al Portsmouth per 12 milioni, Barreto, preso a 2 milioni e venduto a 7,5, Jankulovski, pagato 3,5 e servito al Milan per 8,5. E avanti coi vari Pepe, Motta, D’Agostino.
La lista, sempre pronta ad allungarsi, comprende pure Sanchez, Zapata e Inler, venduti nello scorso mercato estivo per un incasso complessivo di 65 milioni. Il gruzzolo delle plusvalenze, che in pochi anni ha fruttato quasi 150 milioni di euro, si è portato dietro qualche grana giudiziaria, ma ha pure permesso di mantenere in ordine i conti bianconeri, programmare il futuro e investire sui giovani. Con un occhio di riguardo all’acquisizione di club stranieri, quali sono Granada e Watford. Ai Pozzo non basta essere tra le famiglie più longeve della serie A (in sella all’Udinese dal 1986), pare che la ricetta pane-giovani-plusvalenze sia destinata ad essere esportata in giro per l’Europa.