Il rapporto giovani e cultura è un tema che mi sta particolarmente a cuore. Ne ho già scritto nel breve pamphlet “I giovani e la letteratura” e non perdo mai occasione di tornare sul tema parlandone a presentazioni, eventi o scrivendone toccando sempre nuove problematiche e proponendo spunti meritevoli di essere discussi con la dovuta attenzione.
Durante il grande evento organizzato dal quotidiano La voce di Romagna a Cesena sono stato promotore di una proposta al sindaco Paolo Lucchi di organizzare una fiera del libro a Cesena.
A metà luglio incontrerò il sindaco al fine di presentare un progetto per la realizzazione di una grande fiera del libro romagnola.
Avremo sicuramente occasione di tornare su questo argomento, peraltro già affrontato nella pagina Romagna Cult quasi un anno fa. Per il momento mi limito a lanciare qualche spunto e riflessione.
L’occasione di organizzare una fiera del libro, è un momento importante per creare un evento in grado di essere un incubatore di idee e iniziative che trascendono la semplice vendita ed esposizioni di libri.
Sono sempre alla ricerca, insieme ai collaboratori di Historica edizioni e del sito Scrivendo Volo, di iniziative e progetti per cercare di avvicinare i giovani ai libri e alla lettura.
Leggere è rock, un ciclo di incontri che stiamo organizzando in tutta Italia è un’occasione per “svecchiare la cultura” e diffondere un’idea giovane della lettura.
Ascoltando tanti miei coetanei ventenni le principali lamentele legate alla scarsa lettura di libri sono tre: il poco tempo libero da dedicare alla lettura, il costo elevato dei libri e la noia derivata dalla lettura di alcuni libri.
Il consiglio che mi sento di dare in questo caso è: leggete poco ma leggete bene.
La lettura, deve essere un piacere non un obbligo o una costrizione. Meglio iniziare con cautela, magari leggendo un solo libro al mese per poi avvicinarsi in modo graduale alla lettura di più libri, spaziando tra diversi generi letterari e avventurandosi nella conoscenza di nuovi autori e correnti letterarie.
Una prerogativa tipica di molti non lettori è quella di scegliere i libri sbagliati. Sono tante le persone poco avvezze alla lettura che, in un improvviso impeto di entusiasmo o ritrovata passione letteraria, decidono di recarsi in libreria (a onor del vero, occorre dirlo, talvolta mosse anche da un velato senso di colpa per aver abbandonato la lettura) e decidono di acquistare un libro magari dopo averne letto un’entusiastica recensione o averne sentito parlare in televisione.
La scelta del libro che si intende leggere è fondamentale.
Daniel Pennac nel suo celebre decalogo sui “Diritti imprescindibili del lettore”, al terzo punto inserisce “il diritto di non finire il libro”.
Non terminare un libro non è per forza di cose una scelta negativa. A chiunque può capitare di scegliere un libro sbagliato oppure non affine ai propri gusti e rendersene conto solo a lettura inoltrata.
I tranelli da cui purtroppo si lasciano attrarre molti lettori poco abituali, nascono in realtà da precise strategie di marketing delle grandi case editrici.
L’utilizzo di fascette editoriali per richiamare l’attenzione dell’acquirente all’interno delle librerie attraverso l’uso di colori accesi (per esempio il giallo) e le recensioni/marchette solo due esempi sintomatici.
Consiglio a tutti la lettura sul portale di letteratura Satisfiction.me della rubrica Fascetta nera dove:
“ogni settimana lo scrittore e giornalista Alberto Forni segnala le fascette editoriali più esilaranti. In tempi in cui la dittatura delle fascette segna l’ultimo passo verso il tracollo della cultura contemporanea, gli editori non mancano di sbizzarrirsi nelle frasi più incredibili.”
Diffidate dalle fascette che recitano “quattro edizioni in una settimana” o “200.000 copie vendute in tre giorni”, si tratta nella stragrande maggioranza di casi di vere e proprie invenzioni degli uffici stampa.
Occorre anche prestare particolare attenzione alle recensioni/marchette sempre più presenti nei grandi quotidiani italiani. Come riconoscerle? Un buon consiglio può essere quello di conoscere l’editore del libro e confrontarlo con l’editore del giornale in cui è pubblicato l’articolo. Diffidate dalla recensione entusiastica di un libro Rizzoli sulle pagine del Corriere della Sera (stesso editore), oppure di un testo Mondadori sul settimanale Panorama.
Piccole accortezza che possono evitare di farci incappare nella lettura di un libro di scarso valore, anche se possono non essere sufficienti, la trappola letteraria è sempre dietro lo scaffale.
Francesco Giubilei
TWITTER @francescogiub