Da mamma a mamma: Take it Easybaby!Twitta #Save194: oggi ascolta la voce delle donne

A 34 anni dalla sua approvazione, per l’ennesima volta, la legge 194 sull’aborto viene messa in discussione. Oggi la Corte Costituzionale esaminera' l'atto con cui il giudice tutelare di Spoleto ha...

A 34 anni dalla sua approvazione, per l’ennesima volta, la legge 194 sull’aborto viene messa in discussione. Oggi la Corte Costituzionale esaminera’ l’atto con cui il giudice tutelare di Spoleto ha sollevato la questione di legittimità, relativa all’interruzione di gravidanza di una minorenne.

Quello che è iniziato come la battaglia personale di una ragazza, si è trasformata in un attacco alla legge italiana sull’aborto. Nel centro del mirino, in particolare, l’articolo 4, secondo cui per l’ interruzione volontaria della gravidanza (Ivg) entro i primi novanta giorni, “la donna che accusi circostanze per le quali la prosecuzione della gravidanza, il parto o la maternità comporterebbero un serio pericolo per la sua salute fisica o psichica, in relazione o al suo stato di salute, o alle sue condizioni economiche, o sociali o familiari, o alle circostanze in cui è avvenuto il concepimento, o a previsioni di anomalie o malformazioni del concepito” può rivolgersi a un consultorio.
Per il giudice minorile, la norma comporterebbe “l’inevitabile risultato della distruzione di quell’embrione umano che è stato riconosciuto quale soggetto da tutelarsi in modo assoluto”. In pratica, il giudice ritiene che l’articolo 4 della legge 194 si porrebbe in contrasto con la definizione di “ embrione umano”.

Su Twitter l’hashtag per parlarne è #Save194: informazioni, commenti, dibattiti, più o meno accorati. Sky tg24 scrive che: “la discussione coinvolge tutti: dalle associazioni che guidano le fila dei difensori della legge, come il consultorio AIED, a personalità politiche, come il sindaco di Milano Giuliano Pisapia o Nichi Vendola, fino a personaggi pubblici, come Roberto Saviano, e i gruppi di mamme in Rete, oltre alle blogger protagoniste nel lancio dell’iniziativa. #Save194 aiuta ancora a diffondere tutte le informazioni utili per partecipare, e contribuire a tenere alta la discussione e l’attenzione su questo tema nelle prossime ore”.

Ho impugnato anche io l’hashtag #save194 e ho twittato questo: #save194 scrivetemi cosa ne pensate. Raccoglierò le vostre opinioni.

Eccone qui alcune:

Da Marta Traverso
Penso che il punto non sia essere favorevoli o contrari all’aborto. Di solito il concetto di essere “a favore o contro qualcosa” si applica allo sport o alla politica, insomma in quei contesti dove c’è uno scontro diretto fra due o più contendenti, e alla fine qualcuno vince o qualcuno perde. Nel caso dell’aborto non vince nessuno. È un atto talmente doloroso che rimane sempre e comunque una sconfitta. Quindi non ha senso discutere su cosa si pensa dell’aborto, mentre ha senso che le donne abbiano il diritto di prendere le loro decisioni, soprattutto quando sono così dolorose. Nessuno ha il diritto di legiferare né tantomeno di fare la morale sul dolore altrui.

Dal blog 100per100mamma:
Su twitter l’hashtag #save194 è stato utilizzato da personalità di spicco degli ambienti laici e cattolici perché in gioco c’è il diritto di scelta delle donne e un rischio di ricorso ad aborti clandestini che tutti sappiamo quanto può essere pericoloso.

Su siti e blog sono stati pubblicati articoli su questo tema. La mia selezione della settimana è dedicata a #save194:
1. Il Fatto quotidiano, su cui si possono leggere i termini della questione nei dettagli;
2. Marina Terragni su IODonna “Tutte le donne possono liberamente scegliere di diventare madri? No”;
3. Giornalettismo, che analizza i dettagli di come si sia giunti alla Consulta.
Infine, alcune mie considerazioni da cattolica, da mamma e soprattutto da donna. Il diritto di scelta è inviolabile, anche Gesù Cristo lasciava che le persone attorno a lui lo scegliessero e lo seguissero e noi stiamo di nuovo mettendolo in discussione. Non è l’aborto che deve essere tutelato, ma la libertà di scelta della singola mamma. Perché nessuna donna debba essere obbligata a far nascere il proprio bambino, perché nessuno può conoscere le motivazioni che spingono a questo gesto, perché credo che a ognuna debba essere garantita la possibilità di decidere SE diventare madre.
Certo, esistono i metodi anticoncezionali ed è compito di noi genitori educare i nostri figli – e soprattutto le nostre figlie – a farne uso! Ma non vi è mai capitato che il preservativo si rompesse? Che vi dimenticaste una pillola? Ecco, a me sì! E devo ringraziare di non essere incappata in una ginecologa obiettore.
Voglio che anche le mie figlie abbiano la possibilità di decidere per se stesse, quindi #save194!

Dal blog mammaeconomia
Oggi mi scappa questo post…
Quello qui accanto è Ernesto, mio figlio, a pochi minuti dalla nascita.
Ernesto era Ernesto dal giorno in cui ho incontrato suo padre, più di cinque anni fa (ma oggi ha solo 21 mesi).
Ernesto era già un bambino, anche se non aveva un nome, nei miei sogni da bambina, quando giocavo a fare la mamma.
Lui già c’era.
Mi piace pensare che Ernesto mi abbia accompagnata per tutta la mia prima vita, quella prima di lui, aspettando con pazienza di abbracciarmi e finalmente di chiamarmi mamma.
Ecco per me questo significa vita! Vita = amore
Ma un bambino non desiderato con tutta questa forza, una mamma che non si sente madre, e mille altri casi che non posso neanche capire, perché bisogna trovarcisi davanti ad una grave diagnosi prenatale per capire, quella non è vita.
Quando facevo le prime ecografie, io e mio marito parlavamo di bambino, al massimo di feto, e mi ricordo la ginecologa che ci correggeva sempre dicendo che la parola corretta era embrione.
Embrione non bambino. Ernesto era già un bambino nel mio cuore, non nella mia pancia.

Oggi il mio pensiero va alle donne e agli uomini (perché ci sono anche loro, con le loro sofferenze e il senso di impotenza) che devono scegliere tra andare avanti o abortire, ma soprattutto a chi decide di abortire e trova tutte le porte chiuse, tranne quelle di una disgraziata che probabilmente ucciderà una donna invece di sopprimere un embrione.

Da Patrizia Pressel

#save194
quello che ricordo, negli occhi delle donne che conosco, di queste donne che hanno deciso e poi abortito, è sempre il senso della sconfitta.
Prima della 194 quando

si cercava la mammana che poteva ammazzarti e se la scampavi ti sembrava un miracolo,

si cercava il ginecologo in “Svizzera” che ti spremeva denaro

si cercavano i rimedi della “nonna” con ferri da calza e prezzemolo , che ti rovinavano per sempre

dopo la 194, perchè

l’umiliazione di passare dalle forche caudine di chi “deve giudicare se sei idonea e se ne hai diritto o necessità” è una tortura medievale

l’umiliazione degli sguardi sottintesi di medici, infermieri e impiegati all’accettazione….

e da ultimo, il letto accanto a una partoriente o un’altra appena diventata mamma

prima, dopo e durante

tutto il dolore di affrontare tutto questo da sole, a volte con un’amica a fianco, raramente con l’uomo …. a fianco

oggi … 194

se fossimo un paese normale, appena appena un poco, l’aborto sarebbe un doloroso e lacerante evento nella vita di una donna, di una famiglia, di una comunità ma … non sarebbe una sconfitta umiliante e un peso insopportabile da trascinarsi appresso per il resto della vita.

quello che non ricordano o non sanno le ragazze e i ragazzi di oggi, è come era prima del divorzio e della 194.

i diritti acquisiti sembrano a loro “naturali” …. e mi piacerebbe che non scoprissero mai come era prima

Commetate, scrivete, io sono qui ad ascoltarvi!