Da mamma a mamma: Take it Easybaby!Vuoi giocare ai quattro lettoni?

Stanotte come ogni notte mi preparo psicologicamente al più raccapricciante dei film dell’orrore. Paranormal Activity aveva un fondo di verità: io e mio marito, i miei bambini, persino la mia casa ...

Stanotte come ogni notte mi preparo psicologicamente al più raccapricciante dei film dell’orrore.
Paranormal Activity aveva un fondo di verità: io e mio marito, i miei bambini, persino la mia casa non è al sicuro. Di giorno tutto sembra normale, una famiglia come tante, di notte, tutto cambia.

Per me, maniaca patentata del controllo, è dura da accettare: non c’è una mattina in cui ci svegliamo nei nostri letti di origine.
Il problema in più è che quasi mai ci ricordiamo come e quando abbiamo cambiato letto.
Come mai io sono nel lettino di Leo, Leo è in quello di Emma, Emma è nel nostro letto e Bernardo è sul divano? …Come? Quando? Perché?
Quando i bambini erano piccolissimi ero come una molla, bastava un “nghè” sospirato, per farmi scattare in una frazione di secondo con una capriola in aria fino alla culla: “Ecco la mamma, vuoi latte, acqua, pannolino da cambiare, coccoline, ninna nanna? Stai bene?”.
Ero un robot, un automa programmato per agire, nulla lasciato al caso: biberon perfettamente sterilizzati sul momento a tutte le ore del giorno e della notte, bambini sempre asciutti e cambiati più volte per notte per evitare la dermatite da pannolino, il mio sonno era superfleo…e invece.
Invece ho pianto per il sonno, mi sono addormentata in piedi come un cavallo, ho creduto di impazzire.
Una volta preparando un biberon durante la notte ho versato l’intera bottiglia sul pavimento, non capivo più nemmeno dov’ero, ma guardavo il liquido uscire dalla bottiglia, era così bello, così bianco, chissà dove sognavo di essere.
E poi le influenze trascorse rannicchiata nei lettini per non lasciarli nemmeno un minuto, e poi le unghiette dei piedini affilate come rasoi conficcate nelle cosce che ti fanno ridere e piangere insieme e poi lo sciroppo spruzzato a pioggia in faccia (da applicare subito dopo il parrucchiere e appena prima di una riunione)…e poi, finalmente, il sonno vince.
Il mio inconscio di mamma lo sa e me lo dice: “I bambini sono grandi abbastanza, ora basta, devi dormire, non importa dove, ma dormi”.
Ed ecco che tutte le regole delle mamme finiscono dove inizia la sopravvivenza.
I miei bambini, dopo fatiche improbe, (dite un metodo, io l’ho usato) si addormentano da soli nei loro lettini (Tié Estivill, beccati questa!) e questo tanto basta, quello che succede dopo, chissà…
Succede che trasmigriamo da una stanza all’altra senza nemmeno accorgercene o ci troviamo tutti in bagno per una pipì di gruppo, a volte in cucina per uno spuntino veloce, ho ricordi sempre più vaghi, riesco a fare quasi tutto senza svegliarmi neanche più.
E poi è così bello non sapere mai dove mi sveglierò il mattino seguente, mi da quel pizzico di emozione in più. Saremo in quattro nel lettone o sarò sola in camera dei bambini?
O sul pianerottolo? …
La sera prepariamo una cartuccera di biberon di latte che lasciamo pronti nel frigo, io e Bernardo ci guardiamo, sospiriamo e incrociamo le dita, in fondo domani, è un’altra notte.

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