Legge elettorale, si allungano i tempi. Colpa del ponte di Ognissanti

Sulla legge elettorale si abbatte il ponte di Ognissanti. Chi poteva prevederlo? Mentre in Senato i lavori sulla riforma del Porcellum si allungano a dismisura, qualcuno lancia l’allarme sulla fest...

Sulla legge elettorale si abbatte il ponte di Ognissanti. Chi poteva prevederlo? Mentre in Senato i lavori sulla riforma del Porcellum si allungano a dismisura, qualcuno lancia l’allarme sulla festività. Una vacanza che rischia di rallentare ulteriormente l’esame – già non troppo spedito – del provvedimento.

Intanto il disegno di legge votato una decina di giorni fa dalla commissione Affari costituzionali è stato letteralmente sommerso dagli emendamenti. Sul testo base, relatore Lucio Malan, sono state presentate oltre 220 proposte di modifica. Per larga parte provenienti dagli stessi partiti che avevano votato sì (Pdl, Lega, Udc, Fli). Risultato: anche oggi i senatori sono stati costretti ad assistere all’illustrazione dei documenti. Si proseguirà anche domani. Per il presidente della commissione Carlo Vizzini «Certamente il lavoro in commissione si completerà la settimana prossima e non in questa. Ma bisogna pur chiedersi come mai su 222 emendamenti al testo base, 143 sono stati presentati da coloro che hanno votato il testo base». E poi? Poi ci saranno le feste. E così i lavori saranno interrotti per le celebrazioni del primo novembre.

Non è tutto. Oggi in commissione è iniziato l’esame di un altro capitolo fondamentale. La riforma del titolo V della Costituzione. Il timore di molti è che il nuovo impegno possa rallentare ancora di più l’approvazione della legge elettorale. Si rischia di arrivare in Aula senza un testo. «Il mio timore – ha spiegato il Pd Enzo Bianco – è che di questo passo non si approvino in commissione nemmeno gli emendamenti. Arrivare in Aula senza un testo base sarebbe una iattura di dimensioni catastrofiche».

A chi vuole riformare la legge elettorale non resta che sperare nelle elezioni siciliane. Come ha fatto capire anche Vizzini, ormai l’unico stimolo per spingere i partiti a modificare il Porcellum è rappresentato da Grillo. «Atteso che il leader del Movimento 5 stelle alle amministrative di Palermo non ha superato il 5 per cento, mentre al Nord andava benissimo, se alle regionali siciliane supererà il 10 per cento vorrà dire che alle politiche otterrà ancora di più. E concorrerà pienamente a ottenere il premio di maggioranza previsto dal Porcellum». Insomma, solo il timore di vedere la maggioranza del Parlamento in mano al blogger genovese, potrebbe spingere Pd e Pdl ad accelerare sulla riforma della legge elettorale. Approvando un testo che limiti, di molto, il premio di governabilità.

Vizzini, un tempo ottimista sulla riforma, ora sembra aver cambiato idea. «Oggi non scommetto più su nulla, in tema di legge elettorale, tranne che sul fatto che i partiti tradizionali saranno spazzati via se si vota col Porcellum». L’immagine che il presidente della commissione offre dell’attuale sistema è suggestiva. «È come un miraggio nel deserto, un bel chiostro di bibite fresche da lontano, ma un cimitero per le forze politiche da vicino». 

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