Elezioni anticipate, a volte ritornano. È stato il tormentone estivo della politica in vacanza. Adesso il progetto di tornare anzitempo alle urne si ripresenta con insistenza. Quando? Il 27 gennaio, data indicata dal Viminale per le Regionali di Lazio, Lombardia e Molise.
Con buona pace di Giorgio Napolitano – il Colle continua a ripetere che le Camere saranno sciolte solo alla naturale scadenza di aprile – in Parlamento si allarga il fronte dei favorevoli. A contraddire il capo dello Stato ieri ci ha pensato addirittura Pier Ferdinando Casini, storicamente vicino al Quirinale. Il leader centrista si è detto disponibile all’ipotesi di accorpare le Politiche con le Regionali. Un modo per risparmiare un po’ di fondi pubblici (circa cento milioni di euro). Ma anche per contrastare il probabile astensionismo.
Sembrava un’ipotesi estrema. E invece oggi l’idea di Casini incontra il favore degli ex alleati di centrodestra. Prima il segretario leghista Roberto Maroni. L’election day? «Sarebbe la soluzione migliore. È quello che diciamo da sempre». Poco fa è arrivato anche il sì del segretario Pdl Angelino Alfano, che su twitter ha scritto «Buona cosa anticipare elezioni politiche di 50 giorni risparmiando 100 milioni, votando insieme alle regionali».
Difficilmente il governo si opporrebbe. Effettivamente la spinta riformatrice dei tecnici sembra essersi esaurita. Resta il nodo della legge elettorale. Napolitano è contrario ad anticipare le elezioni se prima il Parlamento non avrà modificato il Porcellum. A giudicare dalla trattativa in corso al Senato, il presidente della Repubblica sarà costretto a cambiare idea.