Da “Forza Evasori” a “Io non voto”. Le cento liste registrate al Viminale

Tanti pirati, una buona dose di falci e martelli, qualche nostalgia della prima Repubblica. E poi liste civetta, plagi, omonimie. Da questa mattina, sulla bacheca al pianterreno del Viminale, fanno...

Tanti pirati, una buona dose di falci e martelli, qualche nostalgia della prima Repubblica. E poi liste civetta, plagi, omonimie. Da questa mattina, sulla bacheca al pianterreno del Viminale, fanno bella mostra i simboli delle prossime liste elettorali. Sono i contrassegni che tra meno di due mesi gli italiani troveranno nelle urne. Frutto della fantasia di tanti aspiranti leader politici, a spulciare tra i loghi depositati al ministero dell’Interno si trova di tutto. Onore al genio italico. Si procede in rigoroso ordine. I primi arrivati – c’è chi ha atteso in fila fuori dal palazzo per quasi quattro giorni – hanno la precedenza. Mano a mano che vengono registrati, un solerte funzionario prende nota dei partiti e appende i contrassegni sulla parete. Un particolare non da poco: in caso di contestazioni tra più liste, farà fede l’ordine di arrivo.

Il primo partito a conquistare la bacheca è il Maie. Movimento associativo italiani all’estero. In Italia lo conoscono pochi. Rappresentato dal deputato Ricardo Antonio Merlo, è il partito centrista che si presenta in America meridionale. A seguire, il lungo elenco. Lunghissimo. Alla faccia dell’antipolitica: alle 16.30 i loghi presentati erano già un’ottantina.

Un filone a parte riguarda i movimenti che sperano di cavalcare lo scontento popolare. Fa parte del gruppo, di diritto, la lista “Fermiamo le banche e le tasse”. In buona compagnia del partito “Basta tasse”. Ma soprattutto del movimento “Forza Evasori-Stato Ladro”. Presente solo al Nord. Nel pacchetto non sfigura neppure “Liberi da Equitalia”. Al 26° posto il paradosso: spicca la lista “Io non voto”. Difficile immaginare quante preferenze otterrà. I militanti più coerenti probabilmente dovranno astenersi.

Il primo Monti candidato alla presidenza del Consiglio non è Mario. Si chiama Samuele, è un consigliere comunale di un piccolo centro piemontese. Il suo logo – Per l’Europa Monti presidente – è al settimo posto. Il Professore vero, ironia del destino, arriva subito dopo. In ottava e nona posizione ci sono i due contrassegni del premier. La lista unica “Con Monti per l’Italia” che si presenterà al Senato. E “Scelta civica. Con Monti per l’Italia” che correrà alla Camera in coalizione con Udc e Fli.

Di ispirazione confessional-monarchico è la pomposa lista “Sacro romano impero liberale cattolico”. E poi tanti movimenti territoriali. Alcuni hanno il pregio di sintetizzare l’intero programma elettorale solo nel nome. È il caso del partito “Valle Camonica zona franca”. Posizione 27.

Fanno discutere i plagi del Movimento Cinque Stelle e della lista Rivoluzione Civile di Antonio Ingroia. Al secondo e terzo posto sono stati depositati due simboli identici a quelli originali. Ma finti. Il tentativo di sabotare la campagna elettorale di Grillo e del magistrato palermitano? Il blogger genovese ha già dato incarico ai suoi legali di risolvere la questione (il ministero dell’Interno si pronuncerà in merito domenica sera). 

Gli elettori più nostalgici possono scegliere uno dei simboli ereditati dalla prima Repubblica. In bacheca si notano un paio di garofani rossi. Uno scudo crociato. C’è il noto logo dei socialdemocratici Psdi. Torna direttamente dal dopoguerra il Fronte dell’Uomo qualunque. L’estrema sinistra è ben rappresentata da una piccola serie di falci e martelli. Chi apprezza l’argomento ha l’imbarazzo della scelta: ci sono il partito comunista, il partito comunista italiano marxista-leninista e il partito alternativa comunista. 

E poi i pirati. Tra vele nere, teschi e spade incrociate ci sono almeno tre liste che avrebbero fatto la felicità di Emilio Salgari. In posizione 29 attira l’attenzione dei curiosi un contrassegno colorato. Logo rosso e blu con una grande chiocciola (@) al centro, il partito internettiano spera di raccogliere il consenso degli elettori più informatizzati. 

Tanti simboli curiosi. I dirigenti di Civiltà rurale puntano su un cervo. C’è chi ha scelto l’immagine di un orso. La lista ligure Fratellanza donne è rappresentata da una struttura a doppia elica di acido desossiribonucleico. Il dna. Roba da studenti di medicina. Il movimento naturalista italiano va sul sicuro: un albero verde. 

Al decimo posto ci sono i Fratelli d’Italia, la lista degli ex berlusconiani Ignazio La Russa e Giorgia Meloni. Poco più avanti, posizione 47, un omonimo. Un cavaliere a cavallo domina il logo dei Fratelli d’Italia meno famosi. Se il ministero non avrà nulla da eccepire, si presenteranno solo in Sicilia.  

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