Il silenzioso addio di Elsa Fornero. Il ministro più discusso lascia la politica

Il ministro del Welfare Elsa Fornero se ne va in punta di piedi. Dice addio alla politica e alle attenzioni dell’informazione quasi di nascosto. Senza strillare, ma senza privarsi di una piccola so...

Il ministro del Welfare Elsa Fornero se ne va in punta di piedi. Dice addio alla politica e alle attenzioni dell’informazione quasi di nascosto. Senza strillare, ma senza privarsi di una piccola soddisfazione: una critica neppure troppo velata ai partiti italiani. La più discussa esponente del governo tecnico lascia. L’aveva annunciato più volte, oggi arriva la conferma. Resterà in carica il tempo strettamente necessario, poi andrà via. Finisce quasi di nascosto il difficile rapporto tra Elsa Fornero e la politica italiana. Un amore mai sbocciato. Né da una parte né dall’altra.

L’addio si consuma nel corso di un’intervista a Radio Capital. Un intervento in cui il ministro non rinnega nulla della sua recente esperienza. «Compito di questo governo – spiega – è stato fare cose sgradevoli che tutti i partiti non erano stati in grado di fare. A noi era stato chiesto di intervenire in una situazione di stallo della politica, dove l’Italia aveva un’alta probabilità di entrare nel baratro. Con il senno di poi si può rimpiangere di aver subito un intervento chirurgico, di aver sopportato cure drastiche, quando si torna a stare bene. Ma quando si sta male le cure sono necessarie. Se fossimo finiti in una crisi greca le famiglie avrebbero sofferto di più».

Conclusa la missione, si torna alla normalità. «Ora – il ministro commenta con un pizzico di fastidio la campagna elettorale – vedo che i partiti promettono nuovi miracoli». Elsa Fornero e il Parlamento. Un’intesa mai nata. Anzi. «La maggioranza che ci ha sostenuto ci ha considerato come un sassolino nella scarpa, non ci hanno mai veramente amati. Questo è comprensibile» racconta il ministro. Che tuttavia spiega, con amarezza: «Distinguo nei miei rapporti da ministro le persone dai partiti e dalle organizzazioni. Io ho avuto ottimi rapporti con singoli parlamentari, sindacalisti e imprenditori. Nelle relazioni con le rappresentanze c’è sempre l’effetto riflettori che amplifica le distanze, crea difficoltà, ambiguità».

E difficile, nell’ultimo anno, è stato il rapporto con il mondo dell’informazione. Elsa Fornero non lo nega. Chi non ricorda la polemica sui giovani “choosy”? «È un episodio che rivela le difficoltà avute nella comunicazione. Io non ho detto che i giovani sono “choosy”. Un tempo usavo dire ai miei studenti di non esserlo, oggi invece i giovani non sono nella condizione di esserlo, perché hanno solo lavori precari. È quasi il contrario di quanto mi è stato attribuito. Poi dire che non lo avevo detto è stato inutile. Pazienza». L’immagine del ministro rimarrà, indelebile, quella del suo esordio. Le lacrime il giorno della presentazione della riforma della previdenza. Elsa Fornero torna anche su quella vicenda. «L’origine di quelle mie due lacrime è perché parlai di sacrifici, ma fui io a difendere le pensioni più basse. Ottenni che venissero escluse dal blocco dell’indicizzazione». 

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