La salute del serpenteLa Commissione Europea approva la nuova prescrizione medica targata U.E.

L'anno passato Marco, un mio carissimo amico, ha dovuto soggiornare all'estero, in Europa, per alcuni mesi causa lavoro. Il mio amico soffre, però, di ipertensione e diabete che oltre complicargli ...

L’anno passato Marco, un mio carissimo amico, ha dovuto soggiornare all’estero, in Europa, per alcuni mesi causa lavoro.

Il mio amico soffre, però, di ipertensione e diabete che oltre complicargli la vita quotidiana, gliela rendono più difficile se si trasferisce in altro paese.

Sì, perché così è cominciata innanzitempo la lunga trafila dal medico per farsi prescrivere i farmaci indispensabili per quel forzato soggiorno fuori Italia con tanto di conteggi di pillole giornaliere ripartite in confezioni ora da 14, ora da 28, ora da 50 compresse: una tombola di numeri che fa rizzare i capelli anche al medico più paziente e premuroso che si possa incontrare.

E la trafila di Marco è quella di Luca, Giovanni, Andrea, Maria, Anna, tutte quelle persone insomma che, affette da qualche patologia cronica o rara, devono procacciarsi i farmaci se si recano all’estero.

Finalmente una direttiva europea arriva a colmare questa carenza e a certificare una ricetta targata U.E. valida su tutto il vecchio continente.

I cittadini potranno infatti utilizzare la prescrizione redatta nel proprio Paese che sarà valida negli altri Stati membri.

E’ la direttiva 2012/52, approvata il 20 dicembre scorso che introduce regole comuni ed elementi per faclitare l’identikit di medici, pazienti e prodotti prescritti.

Con tali informazioni, infatti, le farmacie potranno verificare l’autenticità della prescrizione medica.

Il numero di prescrizioni transfrontaliere è di circa 2,3 milioni all’anno, pari allo 0,02%-0,04% di tutte le prescrizioni dell’Ue.

La Commissione – prosegue la nota – ha precisato che “per gruppi specifici di pazienti il riconoscimento delle prescrizioni transfrontaliere farà una differenza importante“.

Come abbiamo accennato, in queste categorie rientrano i cittadini con patologie croniche o rare che in questo modo avranno la garanzia di poter viaggiare senza l’ansia di restare a secco per la continuazione della terapia.

La direttiva dovrà essere adottata entro il 25 ottobre 2013 dai Paesi Membri e ha stabilito che dovranno essere uniformi i dati identificativi del paziente, del medico prescrittore e del prodotto prescritto; che potranno essere sia farmaci che dispositivi medici.

Il nome del farmaco dovrà essere quello generico, ossia del principio attivo (salvo quelli biologici), in modo da non creare dubbi ed ambiguità col nome commerciale che può variare da paese a paese.

A parte ciò, la normativa non prevede nessuna limitazione per la forma, l’aspetto o la lingua in cui è redatta la prescrizione.

Né sussisterà alcun vincolo circa ulteriori dati, in linea con le pratiche nazionali, che i medici aggiungono alla prescrizione.

Marco ora tira un sospiro di sollievo. Anche da qui, dal diritto di accesso alle cure, transita un’Europa più unita.

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