La salute del serpenteVaccini: cercasi studi indipendenti!

E' alquanto terroristica la notizia che è circolata in questi giorni sull'influenza 'devastante' in USA. Virulenta ed epidemica come non mai (o come sempre, potremmo aggiungere per inciso), certo, ...

E’ alquanto terroristica la notizia che è circolata in questi giorni sull’influenzadevastante‘ in USA.

Virulenta ed epidemica come non mai (o come sempre, potremmo aggiungere per inciso), certo, ma per allarmare di più ci hanno detto che ha causato una carneficina nei bambini, nel senso che ne sono morti 20 in tre mesi.

E una mamma, dal volto segnato dalla preoccupazione, si è subito rasserenata quando ha riferito di avere somministrato il salvifico vaccino alla sua piccola.

Oh!, proprio qui la comunicazione voleva arrivare, al vaccino anitinfluenzale che quest’anno si è presentato in coppia con quello pneumococcico, Prevenar 13, contro le complicazioni infettive (otiti e polmoniti in primis).

I vaccini tornano sempre nei momenti di epidemie killer, estrema ratio, deus ex machina, antagonisti di virus e batteri, ma che potenzialmente possono anche diventare antagonisti dell’uomo stesso.

Le accuse e le condanne nei loro confronti sono tante, dall’autismo, ai danni irreversibili cerebrali e la reticenza a parlare dei rischi di vaccinarsi non fa che aumentare la diffidenza nel loro utilizzo.

Reticenza e ammissioni sui danni e ambiguità degli studi di sicurezza veicolano il vaccino in una spy story sempre intricata.

E i fantagenitori sono lì che cercano di scovare un filo conduttore che porti un po’ di chiarezza.

Parlavamo del Prevenar, per esempio, il quale ha recentemente ricevuto dalla Commissione Europea l’estensione d’uso del vaccino, Prevenar 13, a bambini e adolescenti dai 6 ai 17 anni per l’immunizzazione contro le malattie, le polmoniti e l’otite media acuta causate dallo Streptococcus Pneumoniae.

Bene! Su quale base ha operato tale scelta?

Sulla base di uno studio, ma naturalmente!

Ma condotto da chi, lo studio?

Non è chiaro in nessun articolo che tratta l’argomento, ma è ben presumibile che si tratti della Pfizer stessa che produce il vaccino, perché si parla di “studio clinico in aperto, di fase 3, nel quale Prevenar 13 è stato somministrato a 592 bambini e adolescenti sani, includendo alcuni soggetti con condizioni cliniche associate come l’asma (17.4% della popolazione oggetto dello studio).”

Lo studio – spiega la Pfizer – ha soddisfatto tutti gli ‘endpoint’ dimostrando l’immunogenicità di Prevenar 13 e stabilendo un profilo di sicurezza nei bambini e adolescenti dai 6 ai 17 anni in linea con quello confermato da precedenti studi nei neonati e nei bambini piccoli”.

Ora può un’azienda andare contro il proprio prodotto?

No di certo, almeno per due lampanti motivi: il primo è l’investimento economico profuso, l’altro il danno di immagine dell’azienda.

I cittadini sarebbero meno diffidenti e circolerebbero anche meno bufale e teorie complottiste se una buona volta si autorizzassero studi indipendenti e nel lungo termine relativi ad efficacia e a danni, ma anche ad altri aspetti come ad esempio l’età dei primi vaccini o la dose che è stranamente, sempre uguale per tutti, senza personalizzazione e senza tener conto del sistema immunitario individuale.

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