Benedetta vive a Kuala Lumpur, Malaysia, dove lavora all’avvio e sviluppo di imprese nel mondo web. Si è trasferita in Malesia dopo diverse esperienze di lavoro in banche di investimento in Europa e Stati Uniti. E’ appassionata di arte e regia, e ama raccontare storie. Qui troverai alcune delle sue avventure nel mondo startup di Kuala Lumpur .
Si sa, fondare una startup è un’impresa non da poco. Se in più si decide di avviarla dall’altra parte del globo, l’avventura si fa decisamente interessante ed intensa. Da un anno, mi sono trasferita in Malesia, un paese meraviglioso quanto complesso e in cui non è immediato abituarsi alla cultura e struttura sociale. Se essere una donna non aiuta, presentarsi come donna-imprenditrice è forse la peggiore scelta che si possa fare in un paese del Sud Est asiatico. Qui infatti avviare una società è considerato un lavoro di basso livello rispetto alle professioni rispettate come banchieri, dottori o avvocati.
Ma una vera imprenditrice ama le sfide, specialmente se presentano serie prospettive di crescita e di successo. Il Sud Est Asiatico infatti è considerata una delle regioni del mondo più in crescita e la cosiddetta “startup scene” è decisamente tra le più dinamiche a lvello globale.
Le nuove tecnologie hanno diffusione limitata, ma mostrano tassi di crescita incomparabili, specialmente per quanto riguarda la diffusione di smartphones e l’accesso a internet. La crescita annuale delle vendite di smartphones in questa regione è infatti stimata al 78%.
Anche se i taxisti usano risciò, motorini o vecchie Protons, non c e n’è uno che non abbia in tasca uno smatphone di ultima generazione, dotato delle più improbabili suonerie.
Ma torniamo alle difficoltà. Oltre al lavoro di sviluppo del prodotto che già di per se comporta un impegno notevole, per lanciare una startup di successo bisogna dedicare molte energie a “corteggiare” una serie di attori fondamentali per la crescita della società. Tanto che si ha l’impressione di tornare all’adolescenza, quando lo squillo del telefono o la conferma di un appuntamento erano drammi emotivi quotidiani.
Questo tipo di lavoro, in un paese in cui le differenze culturali sono cosi marcate, rende la sfida ancora più intensa.
Un giorno mi capitò di intervistare un ragazzo per una posizione di web designer. Il ragazzo aveva un grande talento e il colloquio andò molto bene. Al termine della nostra chiacchierata però, il ragazzo si rifiutò di stringermi la mano: è vietato infatti toccare la mano di una ragazza. Ma come si fa a presentarsi o concludere un affare senza una sana, e talvolta eloquente, stretta di mano?
Questo episodio mi ha fatto riflettere che non saranno le infrastrutture tecnologiche, né l’accesso a internet e ai nuovi mezzi di comunicazione a rendere la mia avventura imprenditoriale complessa qui in Malesia. L’aspetto più delicato, è infatti quello delle relazioni umane e delle differenze culturali. Ma sarà anche questo, più che gli indici di crescita delle vendite di smartphone o di penetrazione internet, che mi arricchirà maggiormente.
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