Quando si dice che i perfidi non muoiono mai… È sopravvissuto fino agli 87 anni, Jorge Rafael Videla, il peggior genocida argentino, quello che ha segnato con il sangue e il terrore le pagine più tristi della storia del paese e il destino di molte vite, di intere famiglie, che tutt’oggi non si rassegnano nella ricerca delle drammatiche verità che ancora, dopo quasi 40 anni rimangono da scoprire.
Sdegno e commozione scuotono gli animi degli argentini che oggi celebrano senza pudore la morte del sanguinario dittatore, autore del colpo di stato del 1976, al seguito del quale l’Argentina fu sommessa alla dittatura militare fino al 1981. Anni durissimi da cui il paese non siè mai ripreso, e che perdurano con processi che seguono aperti.
L’Argentina oggi celebra la morte del dittatore, ma soprattutto celebra una giustizia che dal 1985, dopo il ritorno della democrazia, condannò Videla a prigione perpetua per i crimini di lesa umanità commessi durante la dittatura, cominciando così una serie di innumerevoli e interminabili processi contro la dittatura militare.
Ancora c’è molto da scoprire e da approfondire.
Consiglio di guardare le interviste(http://www.elpuercoespin.com.ar/2012/04/15/dictadura-argentina-habia-que-eliminar-a-un-conjunto-grande-de-personas-por-jorge-rafael-videla/) pubblicate sulla rivista argentina on-line El Puercospín, per capire da quale uomo spaventoso oggi finalmente l’Argentina ” se despide”, con rabbia e allo stesso tempo speranza. Speranza in una giustizia efficiente.