Nei prossimi giorni il governo varerà un decreto per dare una scossa all’economia italiana. Ci saranno interventi su lavoro giovanile, semplificazioni, fisco. Un “decreto del fare” come è stato ribattezzato a Palazzo Chigi.
Roba forte. Da geni della comunicazione. L’esecutivo Letta era stato accusato da qualche osservatore di essere poco deciso? Ecco pronto il decreto del fare. Didascalico e fantasioso. Solo il titolo dà l’idea di un governo impegnato a lavorare. Dinamico, con le maniche rimboccate. Con un nome così, le misure inserite nel provvedimento passano automaticamente in secondo piano. Un navigato televenditore non avrebbe saputo fare meglio.
Perché il marketing conta. Nel commercio come in politica. Ne sa qualcosa il professor Mario Monti. Lo avevano dipinto come un premier grigio e austero. In realtà una volta entrato a Palazzo Chigi, l’ex commissario Ue ha dimostrato una rara vena creativa. Ogni decreto, un nome diverso. Un titolo più accattivante dell’altro.
Chi non ricorda il decreto “Salva Italia”? Solo a leggere il nome si veniva percorsi da un fremito patriottico. Un’immagine chiara, forte. Non erano riuscite ad offuscarla neppure le lacrime del ministro Elsa Fornero, che si era commossa durante la presentazione del provvedimento, mentre parlava dell’intervento sulle pensioni.
Un successo. E così il governo tecnico ci ha preso la mano. Dopo il Salva Italia è arrivato il Cresci Italia. Un titolo quasi scontato, nella sua ovvietà. Ma non per questo meno efficace. Difficile non farsi emozionare. Ancora più difficile trovare da ridire su un intervento del genere. Dopo aver salvato il Paese chi è che potrebbe opporsi alla sua ripresa economica?
Poi il gioco di parole di Monti forse è diventato un po’ noioso. Il troppo stroppia, si sa. E così il terzo decreto, il Semplifica Italia, non ha avuto il successo mediatico dei primi due. Improvvisamente, qualcuno ha avuto come l’impressione di essere preso in giro. I pubblicitari lo sanno. Va bene fidelizzare il cliente, ma è importante anche innovarsi.
Adesso il premier Letta ci riprova. Dopo mesi di stallo istituzionale, l’Italia è finalmente pronta per il decreto del fare. Fare che? Non importa. A prescindere quali misure saranno adottate, con un provvedimento del genere chi potrà ancora accusare il governo di immobilismo?