La giunta per le elezioni e le immunità parlamentari del Senato affronterà il caso di Silvio Berlusconi il prossimo 9 luglio. Non manca molto. Nel giro di poco tempo il Cavaliere potrebbe essere dichiarato ineleggibile. Nella giornata in cui si attendono con ansia notizie dalla Consulta – chiamata a decidere sul legittimo impedimento dell’ex premier nel processo Mediaset – il leader del Pdl deve affrontare una nuova grana.
La storia è nota. Secondo una legge vecchia di più di cinquant’anni, non sarebbero considerati eleggibili «coloro che in proprio o in qualità di rappresentanti legali di società o di imprese private risultino vincolati con lo Stato per contratti di opere o di somministrazioni oppure per concessioni o autorizzazioni amministrative di notevole entità economica». Insomma, secondo alcuni il Cavaliere non potrebbe sedere in Parlamento in quanto proprietario di Mediaset. Nel centrodestra – e non solo – in molti dissentono. Se anche l’interpretazione della legge fosse corretta, come è possibile che dal 1994 a oggi nessuno abbia sollevato alcun dubbio?
Intanto la querelle va avanti. E i tempi si accorciano. Poco fa l’ufficio di presidenza della giunta ha presentato il calendario dei lavori. Martedì prossimo la giunta dovrà approvare la decisione. A seguire si valuteranno i ricorsi, regione per regione. Per quanto riguarda Berlusconi – risultato eletto in più circoscrizioni – si dovrà attendere il turno del Molise. La regione per cui il Cavaliere ha optato. Il presidente Dario Stefano (Sel) conferma: «Puntiamo intanto ad occuparci delle regioni che non hanno problemi, perché le istruttorie sono completate, il conteggio è concluso e non ci sono ricorsi». Dovrebbe bastare una seduta.
Poi si proseguirà con l’istruttoria sulle nove regioni oggetto di ricorso. Solo allora ci si concentrerà sul Molise e Silvio Berlusconi. «Ora una data per esaminare i ricorsi sull’ineleggibilità di Berlusconi c’è ed è il 9 luglio – conferma il capogruppo grillino in Giunta Michele Giarrusso – Vedremo se la faranno slittare». Mistero sul parlamentare che farà da relatore alla spinosa vicenda. Una responsabilità che forse parecchi senatori preferirebbero evitare.