Il Campidoglio? No grazie. Evidentemente il nuovo sindaco di Roma Ignazio Marino non tira. Altro che spartizione delle poltrone. Nella Città Eterna rifiutare un ingresso in giunta sta diventando di moda. Tra stanotte e domani il chirurgo democrat dovrebbe presentare la sua squadra (forse con la presenza di qualche esponente grillino). Intanto sono almeno due i deputati Pd che hanno preferito declinare l’invito a far parte del governo capitolino.
La settimana scorsa è stato Giovanni Legnini, esponente dem e sottosegretario alla presidenza del Consiglio. Marino lo voleva tutti i costi a Roma, per gestire i conti della Capitale da assessore al Bilancio. Dopo un tira e molla di qualche giorno, Legnini ha rifiutato l’incarico. A dire il vero con rara educazione. «Sono molto grato al sindaco Marino per la grande occasione che mi ha offerto. Ho riflettuto molto, ma non ho ritenuto di privare la mia regione, l’Abruzzo, dell’unica rappresentanza di governo». Amen.
Questo pomeriggio a chiudere le porte (del Campidoglio) è stata la renziana Lorenza Bonaccorsi. Marino sperava di portarla in Giunta per occuparsi di Turismo. Niente da fare. La deputata aspirava al ruolo di vicesindaco – così almeno si dice in città – e non avrebbe gradito il declassamento a semplice assessore. Chissà se è vero. Resta il suo rifiuto. «Amo Roma e sarebbe un onore servirla – la sua dichiarazione di poche ore fa – ma sono una parlamentare della Repubblica, candidata con le primarie del Pd, cui hanno partecipato un milione di persone. Penso che la politica vada presa seriamente, il che soprattutto significa portare avanti il lavoro affidato». E due.