Ancora una volta nel fine settimana il governo turco ha represso con violenza le proteste di piazza Taksim a Istambul, ma anche ad Ankara. Il governo sta agendo con la forza per cancellare dal paese le proteste e riaffermare il suo primato sulle decisioni che contano.
Il primo ministro Erdogan pare dunque non voler riconoscere legittimità alle manifestazioni pacifiche e pensa di piegarle con il mantra, ampiamente utilizzato anche da Berlusconi e da Orban anche se in modo decisamente meno violento, della maggioranza che sta con lui.
L’Unione Europea oscilla fra un atteggiamento molto prudente e le parole decise ma poco conosciute del Commissario all’ampliamento Füle, Štefan che ha ribadito che le regole della democrazia prevedono il diritto di organizzarsi e manifestare pacificamente; diritto garantito dalla Costituzione Turca. E’ anche pienamente riconosciuto dalla Convenzione Europea dei diritti dell’uomo, di cui la Turchia è firmataria. Ma l’UE ha oggi uno strumento forte che deve essere valorizzato.
Per contribuire a portare Erdogan ad accettare di negoziare e fare tornare la pace nel paese, l’Unione Europea ha oggi uno strumento molto forte, i negoziati per l’adesione della Turchia all’Unione Europea.
Alcuni stati come Germania e Olanda vorrebbero che il tenue filo delle discussioni ancora in piedi venissero oggi interrotti; al contrario io sono convinta che proprio in questa fase i negoziati debbano riprendere e farlo in modo visibile e pubblico. I negoziati dovrebbero ripartire dai capitoli 23 e 24 della procedura di adesione, ovvero quelli relativi al sistema giudiziario e ai diritti fondamentali (23) e a giustizia, libertà e sicurezza (24).E’ indubbio che negli ultimi dieci anni la prospettiva di un rapporto molto più stretto con la UE é stato un motore di riforma della democrazia turca. Ed é un fatto che alla UE guardano gli oppositori laici, ecologisti, democratici e libertari contro la progressive islamizzazione della Turchia. Non dobbiamo lasciare cadere l’importanza del ruolo della UE nel rafforzamento della democrazia in Europa: un ruolo oggi nascosto dalla devastante politica di austerità miope e inefficace della Commissione e dei maggiori stati UE, ma a lungo termine molto più rilevante e legittimo.