La schiena di GinoRAI: il frinire del Grillo

Beppe Grillo è ritornato ad attaccare la Rai. Dopo averne sottolineato alcuni problemi noti (come la lottizzazione e la gestione in perdita), il comico genovese minaccia i giornalisti che «dovrann...

Beppe Grillo è ritornato ad attaccare la Rai. Dopo averne sottolineato alcuni problemi noti (come la lottizzazione e la gestione in perdita), il comico genovese minaccia i giornalisti che «dovranno in futuro rendere conto della loro omertà, dei loro attacchi telecomandati, dei loro silenzi», perché sono «responsabili più dei loro padroni, di chi li ha assunti, di chi gli telefona (ma sovente non è neppure necessario) per dettargli palinsesto, contenuti e persino le parole e le pause». Alle solite esagerazioni demagogiche, in merito alla deriva totalitaria o post-totalitaria del nostro Paese, segue poi la rivendicazione di Grillo sulla presidenza delle commissioni di vigilanza della Giunta per le elezioni, del Copasir e della Vigilanza Rai.

Ma è la conclusione del post a essere interessante. Il leader del M5S sentenzia, infatti, «o ci verrà affidata la presidenza della Rai al più presto, sono già passati tre mesi dalle elezioni, o ne trarremo le conseguenze». Grillo rivendica per il suo movimento la presidenza della Rai, non della commisione di vigilanza. Forse, è soltanto un refuso. Ma è un refuso assai significativo. «Un’ombra gigantesca e minacciosa», per dirla con The Iron Heel di Jack London, «comincia a proiettarsi sul paese». Non è l’ombra dell’oligarchia combattuta dall’autore di Martin Eden, ma l’ombra della volontà di partecipazione alla lottizzazione dell’emittente statale. Cacciato dalla Rai nel 1986 per una battuta sui socialisti, il comico genovese ci vuole tornare (magari) da presidente?

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