Dopo Venditti che ha appoggiato Marchini alle elezioni comunali a Roma ora sappiamo che Francesco De Gregori ha votato Monti (Scelta Civica) alla Camera. Due cantautori sempre vicini al mondo della sinistra ex comunista decidono di fare scelte diverse e in maniera alquanto critica. Ma a differenza dei Celentano e Mina che hanno simpatizzato per il Movimento 5 Stelle loro hanno preferito delle liste più moderate.
De Gregori fa bene a dire la sua e a fare le sue scelte, va però detto che alcune affermazioni vanno un attimo analizzate. Quando dice che è inutile votare perché un parlamentare vale l’altro ricordo che basta informarsi più approfonditamente per capire quali politici meritino almeno il nostro ascolto. Qualcuno ce n’è ancora. La sinistra in cui si riconosce è di tipo socialdemocratico liberale, cosa che non vede rappresentanza in questo momento né nel Pd tanto meno in Scelta Civica.
Poi però il cantante parla di idolatria per le piste ciclabili e per Slow Food e strizza l’occhio ai no tav in maniera dispregiativa. Posto che non mi risulta che il Pd abbia grande attenzione per le ciclabili ma evidentemente De Gregori non coglie l’importanza del tema che non è solo un vezzo ma un sistema di infrastrutture e di mobilità che può rivoluzionare il modo di intendere la vita nelle caotiche realtà urbane. Come Slow Food è la ricerca della qualità del cibo intesa come cultura, come diritto di tutti ad apprezzare la diversità e la bontà dei sapori. Mentre il no al Tav Torino Lione nasce dal mancato ascolto e coinvolgimento di chi in Val di Susa ci vive tutti i giorni e vede gli scempi che si compiono per pessime grandi opere. Lo dice uno a cui i treni piacciono.
Ha invece ragione quando critica il sindacato e il rapporto con il Pd. Un modella che non sa più difendere i diritti dei più deboli ma di chi ha un peso nell’organizzazione.
Sull’eventuale governo con Grillo va detto che l’ipotesi non c’è mai stata. Comunque se preferisce questa grande coalizione invece che un governo di qualità con l’appoggi di Pd e 5stelle (cosa che probabilmente non sarebbe potuta avvenire per i contrasti interni e successiva mancanza di voti) beh auguri e figli maschi.
Un’intervista che mostra rammarico per una sinistra smarrita incapace di rinnovarsi, di intendere i nuovi passaggi epocali e la trasformazione della democrazia e delle priorità e incapace di mettere da parte i capibastone che litigano per un posto al sole. Questa è la cosa più importante a cui il Pd e la sinistra dovrebbero dare ascolto se vogliono avere un futuro e dare un futuro a questa maledetta Italia.
L’intervista di De Gregori: http://www.corriere.it/politica/13_luglio_31/de-gregori-non-voto-piu-cazzullo_ae273fd8-f9a2-11e2-b6e7-d24d1d92eac2.shtml