Il Parlamento Europeo interviene sulle ETS

Il Parlamento Europeo ha recentemente adottato la proposta della Commissione Europea per intervenire sul comatoso sistema di scambio delle quote di CO2 (ETS), congelando in modo preventivo 900 mili...

Il Parlamento Europeo ha recentemente adottato la proposta della Commissione Europea per intervenire sul comatoso sistema di scambio delle quote di CO2 (ETS), congelando in modo preventivo 900 milioni di “permessi ad emettere”, il cosidetto “backloading”. Le ETS, Emissions Trading System rappresentano il mercato del carbonio creato nel 2005. Esse stabiliscono un massimale complessivo di emissioni permesse. Le industrie ricevono o acquistano i crediti messi all’asta dagli Stati membri. Un credito corrisponde a una tonnellata di emissioni di CO2. Per le aziende è possibile anche vendere i crediti non utilizzati. Questa limitazione permette di creare dei crediti che garantiscono il valore e ricompensa le aziende che investono al fine di limitare le emisioni.

L’attuale crisi dell’ETS – affetto da un surplus di quote stimato in almeno 1.8 miliardi al 2020 – dimostra la scarsa volontà politica dei governi nazionali ad affrontare la sfida dei cambiamenti climatici e investire nella low-carbon economy per superare la doppia crisi economica e climatica che stiamo vivendo.

Il testo votato a Strasburgo è solo un primo piccolo passo nella giusta direzione, che evita il collasso del sistema. Adesso la palla passa al Consiglio per l’approvazione finale del testo, in modo da poter poi avviare la necessaria riforma strutturale dell’ETS al fine di evitare nuovi surplus sul mercato. Nei mesi scorsi il Parlamento bocciato questa proposta, anche a causa delle pesanti pressioni delle lobby industriali, per prima Business Europe, la Confindustria europea. La direzione che sta prendendo l’Europa è dunque quella giusta, ma ci vuole ancora più coraggio. Nonostante le pressioni di confindustria la posizione del governo italiano è stato in linea con quanto richiesto da ambientalisti e settori della green economy, il ministro Orlando insieme ad altri 11 ministri ha inviato agli eurodeputati una lettera a favore sia del backloading che della riforma strutturale dell’ETS.
In questo momento è importante chiarire che il back loading non sostituisce l’urgente bisogno di riforma strutturale del sistema che soffre di un vizio di origine rappresentato dalle eccessive allocazioni di permessi di inquinare concesse dagli stati membri alle imprese e alle centrali, questo eccesso di quote ha messo in sofferenza il prezzo e ha portato ad un disincentivo per quelle imprese che volevano investire per ridurre le emissioni, obiettivo chiave di tutto questo complicato sistema. Oggi sarebbe necessaria una vera riforma che preveda una netta riduzione delle quote ed una loro redistribuzione

Oggi solo un forte impegno politico dei governi nazionali può consentire di introdurre le necessarie misure strutturali di riforma del sistema e fissare nuovi ambiziosi obiettivi per il 2030, in grado di avviare un vero green new deal europeo.

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