Che cos’è il Meeting di Rimini? In questi giorni a tale domanda hanno cercato di rispondere differenti persone. Tra loro anche Beppe Grillo e Alberto Onetti.
Il comico genovese ha riproposto il solito – e anche un po’ stantio – stereotipo laicista, definendo Comunione e Liberazione “un’ingerenza ecclesiale nella politica” e Rimini una “città martire”, “invasa ogni anno dalle truppe cammellate di democristiani vecchi e nuovi”. Purtroppo, Grillo non ha messo piede nei padiglioni della Fiera che ospitano il popolo del Meeting.
Il Presidente di Mind the Bridge, invece, a Rimini è venuto. Il giovane startupper, che lavora ogni giorno nella Silicon Valley, è rimasto colpito da ciò che ha visto con i suoi occhi. Onetti ha dovuto cedere all’evidenza di un fatto:
Non ero mai stato al Meeting. E vi ho trovato grandissima passione ed energia, ben rappresentata dagli oltre 3 mila volontari (tra cui tantissimi giovani e giovanissimi) che lavorano per tre settimane per fare girare (facendo di tutto, dall’accompagnamento ospiti alla cucina, dalle pulizie al servizio ai tavoli, dalla gestione dei parcheggi ai trasferimenti, dall’allestimento allo smontaggio degli stand) un evento che accoglie tantissime persone. Una popolazione eterogenea che con curiosità ed interesse si apre all’ascolto di discussioni ed approfondimenti su temi molto diversi.
Lo scorso anno era stato un altro talento italiano che lavora nella culla dell’innovazione mondiale a rimanere stupito dall’esperienza del Meeting: Marco Marinucci.
Da dove deriva questa incompatibile divergenza fra il giudizio di Onetti e il pregiudizio di Grillo?Molto probabilmente nasce da un’esperienza (quella fatta dal primo, ma non dal secondo). Un’esperienza che nasce da un incontro. E rappresenta l’unica risposta non ideologica a quella “Emergenza uomo” che dà il titolo al Meeting di Rimini 2013.