Fare per Fermare il declino ritorna (con nuovi alleati)

Fare per Fermare il Declino prova a rilanciare il suo progetto. Il movimento guidato da Michele Boldrin presenterà domani a Montecitorio la sua nuova offerta politica. Alle 16 è in programma una co...

Fare per Fermare il Declino prova a rilanciare il suo progetto. Il movimento guidato da Michele Boldrin presenterà domani a Montecitorio la sua nuova offerta politica. Alle 16 è in programma una conferenza stampa per annunciare una piccola rivoluzione. In vista delle prossime scadenze elettorali – a partire dalle Europee di primavera – Fare si ingrandisce.

«Movimenti e partiti politici con una prestigiosa tradizione storica – si legge nel documento di presentazione – hanno deciso di federarsi per costituire una nuova formazione politica aperta che sia la casa dell’Italia vera che produce e compete». Un progetto unitario di cui faranno parte, assieme al movimento che fu di Oscar Giannino, il Partito liberale italiano, i Liberali Italiani, il Partito Federalista Europeo, Progett’azione. Spazio anche per la sigla Uniti verso Nord dell’ex leghista Alessandro Cè (in passato già vicino a Fare).

Nonostante le ultime delusioni elettorali e le recenti polemiche interne, i dirigenti di Fermare il declino sono convinti di avere ancora prospettive di successo. Si parte dagli oltre 70mila aderenti e dai circa 30mila volontari che hanno già assicurato la loro disponibilità. Si punta «ai tanti delusi delle forze politiche attuali di governo e di opposizione. Ma soprattutto a quella larga maggioranza silenziosa che non ha voluto votare sino a oggi perché non rappresentata nelle sue necessità».

In realtà la strada sembra partire già in salita. Tra i vertici di Fare non tutti sembrano condividere la nuova strategia. In particolare resta poco convinta una minoranza interna guidata dall’ex coordinatrice nazionale Silvia Enrico. «Siamo convinti – racconta la dirigente – della necessità di rilanciare il nostro programma e di essere presenti nel dibattito politico. Da questo punto di vista la candidatura alle Europee non mi sembra un obiettivo primario». Le nuove alleanze? «Federarci con altri movimenti rischia solo di annacquare il nostro messaggio». Nessuna scissione in vista, per ora. Siamo ancora al dibattito interno. «Per il momento – ammette Enrico – è sano che nel partito convivano diverse posizioni».  

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