La rivoluzione arriva nel Palazzo sotto forma di ordine del giorno. Una piccola proposta del M5S che l’Aula approva durante l’esame del Bilancio della Camera. E così presto Montecitorio dirà addio alle autoblu per passare al car sharing. Tramonta per sempre uno dei simboli della Casta. Sostituito da un molto più democratico servizio di condivisione automobili.
Anzitutto alcuni dati. Nel 2013 il programma dell’autorimessa di Montecitorio è costato circa 675mila euro l’anno. Garantendo 10 autovetture e 20 autisti ai circa 61 parlamentari che hanno diritto al servizio. «Principalmente i membri dell’Ufficio di Presidenza e le cariche che riguardano le Commissioni» spiega in Aula il vicepresidente grillino Luigi Di Maio.
Da domani si cambia. L’ordine del giorno presentato dai pentastellati e approvato dalla Camera autorizza gli uffici di Montecitorio a «stipulare un’apposita convenzione con il servizio car sharing offerto dal comune di Roma, al fine di favorire la mobilità dei singoli deputati e di avviare una sperimentazione anche in altri ambiti». Dati alla mano, il passaggio al nuovo modello risulta particolarmente vantaggioso.
Dagli attuali 675mila euro, si passerà a qualche centinaio di euro all’anno. Proprio così. Come spiega il documento grillino: «Roma servizi per la Mobilità, la nuova agenzia del Comune di Roma, offre nuovo servizio di car sharing con il quale grazie a un abbonamento annuale contenuto (una piccola azienda paga 254,18 euro) e attraverso una prenotazione, è possibile muoversi liberamente senza dover possedere un’auto, senza le spese e gli oneri di gestione condividendo l’uso di un parco vetture distribuito sulla città».
I deputati che ne hanno diritto, così, potranno anche utilizzare vetture elettriche. Un’accortezza che permetterà ai nostri rappresentanti di entrare gratuitamente nella ZTL, utilizzare le corsie preferenziali «come per il servizio taxi», ma anche transitare nelle zone interdette durante le giornate chiuse al traffico. Senza lampeggiante.