Il gesto è di grande valore, considerato che mancano pochi giorni a Natale e che l’homepage è un canale strategico aziendale per ricondurre gli utenti ad acquistare online i propri ricercatissimi prodotti. Apple si è distinta dalle altre realtà e ha preferito condividere con i suoi utenti il ricordo di Mandela e i valori per cui si è battuto, quelli in cui milioni di persone nel mondo si riconoscono.
Altre testimonianze sono state rese dalla dirigenza di Apple su Twitter, Tim Cooke e Philip Schiller hanno infatti ricordato Mandela attraverso due tweet significativi, che hanno ottenuto oltre 2.000 retweet e che si sono uniti agli oltre 8 milioni di tweet a lui dedicati nelle ultime 72 ore: citazioni, frasi celebri, parole commosse e saluti che il fotografo Miguel Rios ha assemblato in questa significativa
fotocomposizione che vale la pena ricordare perché ha caratterizzato lo storytelling social della scomparsa di Nelson Mandela.
Amazing human being. Champion of freedom and human dignity. He set an example for all of the world. RIP Nelson Mandela. We miss you already. — Tim Cook (@tim_cook) 6 Dicembre 2013
La notizia del cambio di immagine in homepage ha fatto il giro della rete, ne hanno parlatoi principali portali online dedicati alla tecnologia, che quotidianamente fanno riferimento ai rivoluzionari prodotti Apple e che, per una volta, hanno raccontato l’apprezzabile iniziativa del cambio iconico on line dell’azienda, seguito solo da Google che, a differenza dei soliti doodle a cui ci ha ormai abituati, ha preferito ricordare Mandela con un semplice link in homepage che rimanda agli archivi del Nelson Mandela Centre of Memory . Una scelta anch’essa degna di nota, e che, seppur non sia riuscita ad eguagliare dal punto di vista dell’interesse mediatico l’omaggio di Apple, è stata capace di coinvolgere 2 milioni di persone, tante quante hanno utilizzato Google dal fatidico 5 dicembre 2013 .
Apple perciò ha fatto parlare di sé e stavolta non per il lancio di un nuovo device ma per sottolineare alcuni valori su cui evidentemente l’azienda vuole caratterizzare il proprio profilo in termini di corporate reputation. Ci chiediamo se sia corretto inquadrare simili operazioni come tattiche e funzionali alla determinazione di un tratto della corporate image aziendale oppure se, con lo sviluppo accelerato che ha avuto la società dell’informazione, non siano diventate vere e proprie occasioni di condivisione e consumo dell’assetto valoriale su cui il popolo di Cupertino vuole rendersi riconoscibile nel mondo. Dov’è la differenza? Ipotizziamo un futuro scandalo artatamente gridato di un dipendente che accusa Apple di comportamenti discriminatori…