Per Renzi primo vertice Ue, ma sull’Europa ancora molte ambiguità

Col il suo discorso in preparazione del Consiglio europeo Renzi ha portato il pensierio di Alex Langer alla Camera con una bellissima e davvero appropriata citazione: «stiamo costruendo un'Europa d...

Col il suo discorso in preparazione del Consiglio europeo Renzi ha portato il pensierio di Alex Langer alla Camera con una bellissima e davvero appropriata citazione: «stiamo costruendo un’Europa di spostati e velocizzati, dove si smistano sempre più merci, persone, pacchetti azionari, ma si vuotano di vivibilità le città e le regioni». Al contrario ho trovato irritante il suo insistere sulla deriva tecnocratica: i membri della Commissione Barroso non sono tecnocrati, sono politici e in quanto tali decidono politicamente. Spesso, inoltre, sbagliano e le decisioni peggiori sono in frutto di esecuzioni di decisioni degli stati membri. Irritante anche la dichiarazione sul limite del 3%: facile mostrarsi forte a parole in casa prorpia, ma dalla Merkel non si era espresso così chiramente. Mi ha, infine, lasciato interdetta l’abile, quanto ambiguo, gioco di parole sulle scelte dell’Italia rispetto alla discussione sul futuro della politica energetica e climatica della UE per i prossimi 15 anni. Fino a qualche settimana fa era questo il punto centrale nell’agenda del Consiglio europeo in corso e allora parliamone.

La Commissione europea ha pubblicato la propria proposta sulla politica per energia e clima al 2030 il 22 gennaio scorso: il contributo europeo alle prossime tappe del negoziato internazionale sul clima intorno sarà basato su un target vincolante di riduzione delle emissioni climalteranti di almeno il 40%, un target vincolante a livello europeo, ma non a livello nazionale, del 27% di energie rinnovabili e un rinvio a giugno di ogni decisione per l’efficienza energetica. Una proposta che segna un passo indietro, che mostra chiaramente l’influenza delle lobby della grande industria energivora e degli idrocarburu, tornando indietro perfino rispetto al pacchetto Clima ed energia 2020.

Il governo Letta era diviso sul tema. Da una parte il Ministro Orlando che la riteneva questa una posizione decisamente troppo modesta sia per ottenere gli obiettivi di riduzione delle emissioni che per spingere alla transizione verso un nuovo modello di energia: Orlando spingeva per cambiare radicalmente l’approccio e proporre tre ambiziosi targets legalmente vincolanti. Dall’altra parte il ministro Zanonato era sulla stessa linea di Confindustria, refrattaria a qualsiasi impegno. Oggi il Ministro Guidi sostiene che il target della riduzione del 40% si può accettare, anche se non si devono imporre “oneri impropri” all’economia, riferendosi al target di riduzione delle emissioni.

Sono parole del nostro Premier: “Quindi, per la prima volta competitività, energia, clima, occupazione inseriti in un quadro unitario d’insieme. Mi sembra che sia un fatto molto importante e molto significativo: i temi e gli obiettivi che ci siamo dati (quali?) rispetto a clima ed energia, con gli obiettivi precisi in materia di emissioni e rinnovabili alla scadenza del 2030, saranno un tema di discussione profondo perché sia la percentuale di rinnovabili che gli obiettivi che ci siamo dati (e due: quali?) e che noi condividiamo (?!?) vedono oggi una parte dei Paesi europei decisamente perplessi rispetto alla possibilità di raggiungere i target che ci siamo dati e che sono già stati oggetto anche di una valutazione nel corso del bilaterale (quale valutazione? Mistero?)”

Quale sarà la posizione del Governo Renzi, anche considerando il fatto che la decisione finale è prevista per ottobre, in piena Presidenza italiana? Mi sa che saremo, se va bene, a un livello appena più avanzato della Polonia, pecora nera del gruppo, che rifiuta ogni impegno, senza adeguate compensazioni economiche. Combinando le parole di Guidi e di Renzi, pare che l’Italia sarà davvero poco ambiziosa e sicuramente non avrà nessun particolare ruolo di leadership: favorevole a un massimo (e non un minimo) del 40% di riduzione di emissioni, per il resto si vedrà. Posizione molto lontana da quella sottoscritta qualche settimana fa in una dichiarazione comune tra Francia e Germania, nella quale si dice chiaramente che i due governi sono d’accordo di sostenere tre obiettivi specifici per efficienza, riduzione delle emissioni e aumento delle rinnovabili.

Aspettiamo la conferenza stampa di chiusura del Vertice per sapere come andrà a finire.

[1] http://monicafrassoni.it/clima-2030-lultimo-errore-di-una-commissione-fi…