Quale miglior occasione per creare social engagement che non un morso bene assestato e in mondovisione su un campo di calcio?
Sicuramente un evento mediatico come il campionato mondiale, in grado di coinvolgere contemporaneamente l’attenzione di milioni di persone, e nello specifico di utenti social interessati a condividere on line le fasi salienti, è una golosità per i marketing e social manager che per definizione devono essere pronti a captare e sfruttare ogni opportunità di potenziale visibilità per il proprio brand.
Chi meglio ha saputo prendere la palla al balzo e approfittare del morso del vampiro Suarez ai danni della spalla di Giorgio Chiellini in Italia-Uruguay, che ha visto un successo social da più di 2 milioni di mention appena dopo l’affondo dei canini?
L’account di Mc Donald’s Uruguay, con un invito al connazionale a sfogarsi con un Big Mac ha raccolto più di 64 mila retweet e 23 mila utenti che hanno cliccato sulla stellina gialla del favourite. Poi è stata la volta di Trident Gum con “Chew Trident. Not soccer players” e Whataburger “If only Suarez had Whataburger before the game he wouldn’t be so hungry”, sicuramente un passo in avanti nell’engagement anche per i più piccoli. E’ stato sorprendente notare come uno dopo l’altro decine di profili abbiano cominciato ad insinuarsi in #ITAvsURU, hashtag seguitissimo che nel corso della serata ha collezionato un totale di 3,5 milioni di tweet. A differenza della gaffe di Gatorade, stavolta la strategia social di engaging di molte marche si è mossa sapientemente sfruttando la leva dell’ironia ed è stata adottata persino da una catena di supermarket come Whole Foods Market, in vetrina con un banco di offerte sulla cena; dalla catena di ristorazione TGI Fridays e dalle barrette Snickers, “più soddisfacenti degli italiani”, secondo i 33 mila che ne hanno condiviso l’umorismo. E mentre Listerine suggeriva al termine di un pasto di sciacquarsi la bocca con il migliore collutorio e JCPenney tirava fuori dal magazzino i vestiti da Dracula per il carnevale dei bambini, anche in Italia i marchi provavano a seguire l’onda, con toni diversi… CONTINUA LA LETTURA SU BEHIND REPUTATION
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