Non aprite quelle porteA cena con la escort (e un guinzaglio)

C'era una volta Richard Gere e c'era una volta la sua carta di credito illimitata, perfetta per ricoprire Julia Roberts di abiti eleganti. Perché andare al ristorante con una simpatica prostituta è...

C’era una volta Richard Gere e c’era una volta la sua carta di credito illimitata, perfetta per ricoprire Julia Roberts di abiti eleganti. Perché andare al ristorante con una simpatica prostituta è bene, ma fare in modo che non attiri l’attenzione (o che lo faccia solo per la sua squisita beltà) è meglio. O, per lo meno, lo era nel 1990.
Ventiquattro anni dopo, infatti, la carta di credito illimitata c’è ancora, ma qualcosa è cambiato. E non certo in maniera impercettibile.

Parigi, ore 21 di un tranquillo martedì sera. All’improvviso la quiete di un ristorante dalle luci così soffuse che il cameriere è spesso costretto a illuminare il menù con una piccola lampada, viene turbata dall’entrata di una strana coppia. Lui – tra i cinquanta e i cinquantacinque, brizzolato, in abito grigio che richiama il colore dei capelli – accompagna lei – alta, bionda, con una minigonna in pelle nera molto mini – al tavolo. È un’operazione laboriosa, che richiede tempo e dispiego di forze da parte del personale: lei, infatti, è bendata. Con una sobria e discretissima benda di raso rosso fuoco, tra l’altro.
Tutto il ristorante li guarda; tutte le donne, nessuna esclusa, pensano: «Accidenti che fortunata! Le sta facendo una sorpresa romantica»; tutti gli uomini, nessuno escluso, pensano: «Però, che figa. Una botterella…»; i camerieri, nessuno escluso, non pensano, sono gli unici che sanno già.
Lei si siede, lui si siede, ma la benda rimane dove è. Ok, la sorpresa non è il ristorante; come minimo arriverà un gioiello.

Lui fa un po’ di foto, poi si allontana qualche minuto; lei, nel frattempo, si intrattiene con Miss Scollatura Vertiginosa e compagno, due tizi seduti al tavolo accanto. Le due sembrano intime e qualche sospetto comincia a farsi strada nelle testoline degli altri clienti (maschi). In quelle delle clienti (femmine) invece no: inguaribili romantiche, aspettano ancora la sorpresa. Quando lui ritorna, è il momento dell’imbocco ma, grazie al cielo, sono semplici pezzetti di sushi e non difficili lumache come già in Pretty Woman; poi, a metà cena, finalmente, lui cerca qualcosa in una borsa di plastica.
«Re-ga-lo! Re-ga-lo!»
Sembra una cintura. Mmmhhh no, si direbbe un guinzaglio. Eh sì, è proprio un guinzaglio di pelle nera. Guinzaglio che, meno di un minuto dopo la sua comparsa, è già perfettamente agganciato al collo di lei, che – lo ricordo – è ancora bendata. Altre foto, forse dei video. Ridono. E quando la natura chiama, Miss Scollatura Vertiginosa, la donna del tavolo accanto, si alza, prende il guinzaglio e accompagna la docile biondina bendata in bagno, facendola scodinzolare per tutto il ristorante e raccogliendola da terra quando questa inciampa per le scale. Lui, imperterrito, non molla la macchina fotografica e continua a sorridere compiaciuto.

In bagno la benda scompare e, con essa, scompare anche il sorriso di rito dalla faccia di lei, che dice all’amica: «Questo è un po’ eccessivo anche per me. Abbiamo gli occhi di tutti puntati addosso».
Un po’ eccessivo.
Io guardo la mia immagine riflessa nello specchio accanto alla sua e sorrido. Fino a un’ora prima, infatti, pensavo che a essere eccessivo fosse il mio cerchietto coperto di lustrini. Beata ingenuità.