Vanilla LatteDa Starbucks, il caffè al gusto di birra Guinness

Chiunque abbia avuto occasione, almeno una volta nella vita, di recarsi in una delle sue oltre 23 mila e trecento caffetterie sparse in sessantacinque paesi in tutto il mondo (Italia esclusa, ça va...

Chiunque abbia avuto occasione, almeno una volta nella vita, di recarsi in una delle sue oltre 23 mila e trecento caffetterie sparse in sessantacinque paesi in tutto il mondo (Italia esclusa, ça va sans dire), può confermare, per esperienza diretta, che la catena di Starbucks non difetti di offerta, in materia di quantità. Un’ampia gamma da cui selezionare, certificata anche da una battuta di Tom Hanks, in una scena del celebre film “C’è Posta per Te”, al fianco di Meg Ryan: “La ragione per cui esistono posti come Starbucks è che gente che non possiede la minima capacità di prendere decisioni deve prenderne almeno sei per ordinare una sola tazza di caffè. Ristretto, lungo, light, scuro, con caffeina, decaffeinato, con pochi grassi, senza grassi, etc. Così, gente che non sa mai cosa diavolo fare, o perchè è al mondo, riesce con soli 2 dollari e 95 a ottenere non solo una tazza di caffè, ma una decisa consapevolezza di sé. Tall, Decaf, Cappuccino”.

Eppure, a dispetto di un’offerta così vasta, come impongono le regole del mercato e delle “coffee wars” con la concorrenza, il gigante mondiale delle caffetterie continua a inventarsi nuovi prodotti. In questa stagione, per esempio, va a ruba il Pumpkin Spice Latte, ovvero il caffè latte speziato alla zucca, uno degli assoluti “must” dell’autunno, tornato a grande richiesta da parte del pubblico dei consumatori (per la cronaca, sono stati oltre 29 mila i tweet accompagnati dall’hashtag #pumpkinspice, dall’agosto 2012 a oggi, a testimoniare la notevole popolarità della bevanda). Ma il Pumpkin Spice Latte non è l’unica stravaganza che Starbucks ha in serbo per i propri clienti d’oltreoceano. È infatti notizia di questi giorni che la compagnia stia testando, solo in alcuni store selezionati negli Stati della Florida e dell’Ohio (i quali, per pura casualità, sono notoriamente due “swing state”, stati contesi da Democratici e Repubblicani in ciascuna elezione), un nuovo caffè che, stando a chi ha avuto la fortuna di provarlo, sarebbe al gusto di…birra. Guinness, per l’esattezza.

A scanso di equivoci, è opportuno specificare che non si tratta di una bevanda alcolica. Il nuovo – e, finora, sperimentale – “Dark Barrel Latte” si presenta con un gusto forte, addolcito in cima dalla panna montata e dalla salsa al caramello aromatizzata al cioccolato. Il tutto, servito nella consueta tazza di carta di Starbucks. A rendere particolare l’esperimento, la base di caffè e latte caldo che, in base alle istruzioni fornite dalla casa madre ai dipendenti che devono presentarlo al pubblico, promette un sapore di “malto arrostito”: da qui, ovviamente, l’inevitabile collegamento alle birre. E, in particolare, alle note birre scure stout. Un paragone che non si ferma alla sola associazione di idee, stando ai racconti di chi ha bevuto il Dark Barrel Latte.

Starbucks ha confermato ufficialmente, senza farne mistero, che il Dark Barrel Latte ha preso ispirazione “dalla ascesa delle birre artigianali”, un mercato che sul territorio statunitense, nel solo 2013, ha fatturato un totale di 14.3 miliardi di dollari, crescendo del 20% rispetto all’anno precedente. “Come la Guinness con la panna montata sopra”, ha scritto un cliente. “Yuck”, si è limitato a commentare un altro, non nascondendo una certa disapprovazione. “Sembra di bere una Guinness al mattino presto”, ha twittato una utente poco entusiasta. Su Twitter, sui forum e su Reddit, a pochi giorni dal lancio sperimentale, proseguono da giorni accese discussioni, tra favorevoli e contrari. Sono tutti d’accordo: il nuovo caffè, da alcuni ribattezzato simpaticamente “Stoutaccino”, sa effettivamente di birra. Ciò che bisogna verificare, ora, è se questo rappresenti un dato positivo, oppure no.

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