Anche Milano, sotto la sferza delle prossime elezioni, arde e piange. La difficoltà sia per la destra che per la sinistra è quella di trovare il nome per un sindaco credibile e votabile.
Alla sinistra si delineano, grosso modo, due schieramenti: gli ex-arancioni e i funzionari del PD. Tutti e due gli schieramenti sono al loro interno fortemente divisi e, per quanto riguarda il secondo, cioè il PD, si attende o addirittura si spera in un atto di imperio del segretario nazionale per altro uomo non nuovo a questo tipo di iniziative.
Gli ex-arancioni si sono dati appuntamento sabato p.v. al Palazzo delle Stelline dove sotto la presidenza della Sig.ra Strada introdurrano i lavori, l’amico assessore D’Alfonso socialista e attivo promotore di iniziative politiche, la Sig.ra Daniela Benelli di SEL e assessore alla città metropolitana ed infine, arrampicandosi con la difficoltà degli anni sulla scaletta della tribuna, l’immarcescibile democristiano Piero Bassetti. Alla manifestazione aderisce un folto numero di persone sconosciute ma ben intenzionate ad avanzare nella vita politica milanese benchè politicamente divisi tra di loro. Manca tra questi nomi quello prestigioso e importante della Sig.ra Ada Lucia De Cesaris vice-sindaco dimissionario e incorruttibile assessore all’urbanistica. E’ significativo?
Nelle stanze, più o meno segrete, dell’università Bocconi, si lavora intensamente per il consigliere regionale Ambrosoli, noto figlio del commercialista che Sindona fece ammazzare, storiacce degli anni ’70. Purtroppo per lui gli incontri e i convegni che gli vengono organizzati sono di così alto profilo che è difficile pensare che possano raggiungere i modesti elettori, che sono poi quelli che votano.
A destra, se posso esprimermi, famigliarmente, il casino è ancora peggiore. Salvini si è candidato, ma tutti sanno, persino lui, che può essere solo perdente con le sue ideuzze ultra-radicali. Del Debbio è scappato a gambe levate, Berlusconi candida il sindaco di Segrate che nessuno, nemmeno i Segratesi conoscono. L’amico Gallera è sostenuto dalla sua ambizione ma non dagli elettori, Passera si candida anche a Roma e ovunque dove spera di essere preso sul serio. Si guarda tra i managers non arrestati dell’Expo ma tutti sono cauti perchè la Procura vorrà anch’essa avere un ruolo nell’elezione del sindaco. Per questo c’è chi pensa ad un magistrato ma gli elettori rischiano di fare la fine di quello di Venezia.
I seguaci del comico genovese Grillo a Milano sono pochi e non sono riusciti in consiglio comunale mai, neanche un giorno, a far parlare di sè. Si dubita che sappiano che ci sono le elezioni.
Insomma, Milano, reduce del grande successo dell’Expo, ritrovata dal turismo internazionale, amministrata in modo discreto e infinitamente, su questo piano, diversa da Roma, ha difficoltà a trovare un sindaco. Prima che arrivi Renzi a dettarne uno c’è qualcuno che dice perchè Pisapia non fa un secondo mandato?