Tra orge ed eiaculazioni precoci, l’approvazione del decreto legge Colosseo si trasforma in una lezione di educazione sessuale. Accade tutto in poche ore, nell’aula della Camera, mentre i deputati discutono il provvedimento che equipara ai servizi pubblici essenziali come la scuola e la sanità, anche l’apertura al pubblico di musei e luoghi di cultura. Un decreto voluto a Palazzo Chigi dopo l’ultima discussa chiusura dell’Anfiteatro Flavio per un’assemblea sindacale. Temi complessi, delicati, a prima vista lontani anni luce da suggestioni hardcore.
Eppure il deputato di Sel Giorgio Airaudo si lascia sfuggire l’inattesa metafora. Il decreto in esame? «Un eccesso di propaganda – spiega a Montecitorio – Un tweet non riletto, come quell’eiaculazione precoce che fa uscire la legge di Stabilità prima su Facebook che in Parlamento». In Aula qualcuno si stupisce, altri si lamentano. «Non capisco – insiste il deputato – cosa vi offende? Veniamo tutti da lì…». A rigor di logica il ragionamento non fa una piega.
Poi la provocazione. «Oppure è il “precoce” che vi offende?», il deputato mette in dubbio le capacità amatorie dei colleghi. «È il precoce!» risponde dai banchi del Pd Roberto Giachetti. Gli stenografi di Montecitorio annotano diligenti il surreale scambio di battute. «Lo immaginavo….» insiste Airaudo prima che la presidente di turno Marina Sereni perda definitivamente la pazienza. «Colleghi, non aggiungiamo elementi particolari….».
Ma la tentazione è troppo forte. La metafora sessual-sindacale torna di lì a poco. Stavolta il paragone ardito è della deputata Annalisa Pannarale, anche lei di Sinistra Ecologia e Libertà. Come il collega, la parlamentare critica la decisione di approvare un decreto con troppa fretta, per rispondere alla reazione emotiva dei cittadini. «Voi non soltanto avete fatto questo – spiega – ma l’avete fatto con un decreto d’urgenza e nel delirio orgiastico sui vari social che è partito nelle ore successive, mentre decidevate di attribuire ai lavoratori la responsabilità del danno procurato al Paese».
Da una parte il dritto di sciopero e di assemblea, dall’altra la libera sessualità. Il ministro Dario Franceschini prende la parola: «Credo che sia utile, dopo questo dibattito interessante, introdurre alcuni elementi di chiarezza. Non vorrei che tra schizzi di sangue, clima orgiastico ed eiaculazioni precoci perdessimo di vista esattamente ciò di cui stiamo discutendo». Alla fine, nonostante il voto contrario delle opposizioni, il testo viene approvato. La parola passa al Senato.