Gli uffici sono dei piccoli microcosmi all’apparenza familiari. Ma sappiamo davvero riconoscere chi ci lavora accanto, magari sotto mentite spoglie? Dario Solera ha preparato un pratico prontuario per stanare ogni lavoratore-tipo. Dopo l’insabbiatore, ecco il delegatore; nella prossima puntata, il paraculo.
Il delegatore di Dario Solera(*)
Il delegatore usa sempre la prima persona plurale, specialmente quando ti sta chiedendo di fare qualcosa o ti sta criticando.
“Dobbiamo fare in modo che questo problema non si verifichi più”; “Organizziamoci per far fronte a questa emergenza”; “Abbiamo fatto un lavoro mediocre”.
Le caratteristiche salienti del grande delegatore si sovrappongono a quelle di un venditore: una buona parlantina, capacità di persuasione basate su una falsa empatia, argomenti convincenti (a prima vista) e una riserva inesauribile di riunioni a cui attingere per tirarsi fuori da situazioni scomode: “Scusa, ho una call tra cinque minuti. Ne possiamo riparlare?”
Neanche a dirlo, l’amicone si ripresenta solo al momento di riscuotere i risultati, aspettandosi che tu abbia immaginato e pure indovinato ciò che lui ti stava chiedendo subito prima di dileguarsi: “Ma come? Non avevamo detto di fare così?” Ecco, no. Per niente.
Il delegatore più navigato sorprende tutti riuscendo ad affidare ad altri non solo la soluzione dei problemi, ma anche la loro identificazione: “Troviamo il problema e risolviamolo.” Richiesta sempreverde e dal suono brillante, ma completamente inutile.
Ma non è stato sempre così. Un tempo lavorava anche lui. Produceva. Picchiava tasti sulla tastiera. Un nefasto giorno gli è stato però affidato un incarico di coordinamento e da allora, come un giocoliere in pensione, ha semplicemente dimenticato come si fa a lanciare i birilli in aria. O meglio, come si fa a riprenderli al volo.
(*)Dario Solera è un milanese che “lavora coi computer”, anche se in realtà lavora con gli umani. Le macchine sono la parte facile. Gli umani invece… Fugge dalla città appena possibile e ama riferire che legge e scrive fantascienza.