Gli uffici sono dei piccoli microcosmi all’apparenza familiari. Ma sappiamo davvero riconoscere chi ci lavora accanto, magari sotto mentite spoglie? Dario Solera ha preparato un pratico prontuario per stanare ogni lavoratore-tipo. Dopo l’insabbiatore, il delegatore e il lercio (che però, in quanto trash, è opera mia), ecco il paraculo; nella prossima puntata, il bestemmiatore.
Il paraculo di Dario Solera(*)
Il paraculo c’è in ogni ufficio, come una stampante laser multifunzione. È parte integrante del tessuto lavorativo e serve a ricordarti che sbagliare è umano, ma incolpare altri è meglio.
Questo soggetto ha come unico scopo professionale quello di non essere coinvolto, mai, in quelli che gli anglofoni chiamano screw up – disastri.
In un team, mentre il paraculo protegge le sue chiappe dai problemi, tutti gli altri si devono preoccupare di proteggere loro stessi da lui, oltre che proteggere l’azienda dai problemi.
È un fenomeno tossico e virale che è facile identificare anche in maniera indiretta: basta seguire la scia di email, richieste e controrichieste, carta bollata e atti notarili. Il paraculo è pronto a ricorrere all’equivalente del TAR in ufficio pur di vedersi sollevato da qualsiasi responsabilità. E spesso lo fa all’ultimo secondo, così non lo vedi neanche arrivare.
Alla fine di tutto, quando il fumo si disperde, il soggetto si riconosce perché ti sbatte in faccia un foglio firmato e sigillato in ceralacca, e afferma: “Io ve l’avevo detto. Ora non ne voglio sapere niente.” Già, perché lui ha interi plichi di documentazione a riprova della sua buona fede. Impotente, lo guardi scomparire nell’ufficio del capo e chiudere la porta.
Ma per fortuna – e l’assonanza è soprendente – il gruppo ha un sistema immunitario. Il paraculo viene isolato ed espulso con violenza, proprio come fa il corpo umano con un’impepata di cozze avariate: l’output è maleodorante, ma poi si sta meglio.
(*)Dario Solera è un milanese che “lavora coi computer”, anche se in realtà lavora con gli umani. Le macchine sono la parte facile. Gli umani invece… Fugge dalla città appena possibile e ama riferire che legge e scrive fantascienza.