È morto sabato 2 gennaio, come si diceva un tempo, dopo lunga malattia l’onorevole Giovanni Andreoni detto Nino. Aveva 85 anni ed era stato per sei legislature deputato della Democrazia Cristiana, più precisamente, della Coldiretti che all’interno della DC era un vero e proprio partito autonomo. Per molti anni nella “bassa” pavese e milanese raccoglieva un gran numero di voti e la sua figura era largamente popolare. Nella DC, per questo suo largo consenso, era adulato, vezzeggiato, non amato. D’altronde nella DC come negli altri partiti della prima repubblica l’amore era un sentimento quasi inesistente e che lasciava spazio all’odio tra le fazioni. Quando Andreoni terminò drammaticamente la sua esperienza politica, molto rapidamente, nessuno si ricordò più di lui.
Personalmente amico non avevo mai condiviso le sue posizioni politiche, ma quel declino improvviso e inesorabile mi è parso ingiusto anche perchè Andreoni era stato per 24 anni sindaco del suo paese, Motta Visconti, che amava profondamente e che ha rappresentato nella sua vita l’unico vero obiettivo politico umanamente sentito e praticato. È stato sepolto a Motta dove penso, il più tardi possibile s’intende, di essere sepolto anche io e in quella comune inumazione, profondamente diversi come siamo stati per origine e per prartica di vita, ci ritroveremo.