Il labirinto di CnossoL’app antimafia: benvenuta NOma

“Ha avuto un senso la loro morte? Dipende da noi”. Lo ha detto Pierfrancesco Diliberto, in arte Pif, alle telecamere de “Le Iene” nel servizio della settimana scorsa su “NOma – museo urbano NOmafia...

Ha avuto un senso la loro morte? Dipende da noi”. Lo ha detto Pierfrancesco Diliberto, in arte Pif, alle telecamere de “Le Iene” nel servizio della settimana scorsa su “NOma – museo urbano NOmafia”, l’applicazione antimafia, gratuita per smartphone e tablet iOS, Android e Windows, creata dall’associazione “Sulle nostre gambe” che ha tra i soci fondatori il regista palermitano del film “La mafia uccide solo d’estate”.
Dipende da noi quindi trovare un senso a ciò che ci hanno lasciato e “non bisogna mitizzarli poiché erano persone normali che ad un certo punto hanno fatto qualcosa di straordinario. Chiunque può essere Paolo Borsellino”, ha aggiunto Pif al servizio delle Iene.
Al progetto, presentato il 5 febbraio a Palazzo Madama dallo stesso Pif e con la presenza di Pietro Grasso, anch’egli siciliano, attuale presidente del Senato ed ex procuratore nazionale antimafia, hanno collaborato anche alcuni personaggi della cultura e dello spettacolo siciliani che hanno prestato la loro voce alla narrazione delle storie antimafia, tra cui, Nino Frassica, Teresa Mannino, Ficarra e Picone, Leo Gullotta, Beppe Fiorello, Pippo Baudo, Luigi Lo Cascio.
Al momento sono disponibili le storie di: Antonino Agostino, Paolo Borsellino, Rocco Chinnici, Mauro De Mauro, Giovanni Falcone, Mario Francese, Giorgio Boris Giuliano, Libero Grassi, Carmelo Iannì, Pio La Torre, Piersanti Mattarella, Beppe Montana, Giuseppe Puglisi, Pietro Scaglione, Cesare Terranova. A breve, invece, sarà la volta di: Filadelfo Aparo, Ninni Cassarà, Gaetano Costa, Carlo Alberto Dalla Chiesa, Peppino Impastato, Paolo Giaccone e Calogero Zucchetto.
L’applicazione sviluppata da Tim, ha lo scopo di raccontare la vita di chi ha pagato con il proprio sangue il caro prezzo della verità e del coraggio di denunciare e contrastare le mafie. L’app si rivolge soprattutto alle nuove generazioni, ai turisti, ai cittadini curiosi e a quelli che vogliono mantenere memoria. Ciascuna storia è raccontata attraverso animazioni digitali, video, fotografie d’epoca.
Tra le sezioni dell’app c’è anche “Pizzo-free”. Questa, mostra le attività commerciali che hanno aderito al consumo critico promosso da Addiopizzo, movimento che combatte la mafia promuovendo un sistema di economia virtuosa.
Cosa ne pensa il web? Estraendo un campione di recensioni trovare in rete, a parte qualche malfunzionamento (crash, blocco improvviso) da delegare ai programmatori, è molto apprezzata dagli utenti, soprattutto per l’esclusività. Un altro punto di forza, inoltre, secondo la popolazione digitale, potrebbe essere l’utilizzo dell’app nelle scuole italiane.