Già la nostra Costanza ci aveva parlato tempo fa delle peggiori traduzioni iberiche sul grande schermo, ma ci sono delle cose con cui mi scontro ogni sacro giorno, che proprio non mi vanno giù e rafforzano nella mia testa lo slogan che risuona ormai da anni come mantra: i miei anni migliori nel Paese dei tori
Sto malestare mi è tornato a pizzicare ieri sera, quando ho provato a spiegare all’inquilina chi fossero i Flintstones senza venirne a capo, fino al momento in cui spazientita le ho mostrato l’immagine su Google e lei ha esclamato Ahhhh los picapiedras! E passi per ‘i picchiatori di pietre’ ma El resplandor per me resta un nome perfetto per un prodotto per pulire i vetri, altro che capolavoro indiscusso di Kubrick.
“Beh diciamo che Mickey Mouse da noi è Topolino – cerca di placarmi un amico in chat – forse semplicemente sono rimasti indietro lessicalmente a quando il regime traduceva tutto”. Non fa una grinza, peccato che Topolino qui manco possa essere tradotto con ratòn, onde evitare di confonderlo con il mouse del computer, ops scusate dell’ordenador. Che non vi venga in mente poi in ufficio di pronunciare un inglesismo quale download (bajar), upload (subir), file (archivo), link (enlace), desktop (escritorio), onde evitare di essere vittima di risatine e gridolini. D’accordo, noi italians abbiamo il problema inverso e siamo tutti delle Ferragni mancate, che comunicati stampa del tipo un concept trendy che mixa il glam of the year con la tradition del must have ne ricevo a iosa, che poi uno fa spallucce e dice ‘bha, sarò io’.
Abbandoniamo il luogo di lavoro e non va meglio tra le mura domestiche, dove mixer e minipimer sono dei vezzi da aspiranti maggiordomi della regina, mentre nel tempo libero potrete sollazzarvi tra manicura e pedicura (per par condicio, vorrai mica cedere mò al nemico parigino?). Non va molto meglio quando si cerca di mantenere le parole nella lingua originale, tra bislacche partite di futbol (sì, scritto proprio così) e movimenti punki (da leggere con la U), magari alternando un documentario su Nueva York a un episodio di Expediente X (X-Files), che fa molto vintàsh (gna fanno, gna fanno). Mi suggeriscono dalla regia altri due evergreen (ops) da piccolo schermo, ovverosia Los vigilantes de la playa e Sensación de vivir: per la serie, come togliere sex-appeal (altro termine da cartellino rosso in terre iberiche) a Mitch Buchannon e fustacchioni vari ricordando loro che alla fine sono pur sempre dei bagnini, e privare dell’esotismo californiano gli amici di Beverly Hills riducendoli ad una sorta di piccoli problemi di cuore d’oltreoceano
E quindi che ci stai a fare a Madrid da 10 anni? Bella domanda. Forse proprio per sputare nel piatto dove mangio, meglio se una bella hamburguesa condita da maionesa e checiùp.