Largo ai vecchiProprio un bel flop questo referendum.

Non era completamente scontato che il così detto referendum sulle trivelle non arrivasse al quorum. Non era scontato perché su un quesito referendario di scarso rilievo si era innestato un gioco po...

Non era completamente scontato che il così detto referendum sulle trivelle non arrivasse al quorum. Non era scontato perché su un quesito referendario di scarso rilievo si era innestato un gioco politico che doveva, nell’intenzione dei suoi registi, congiungere l’estrema sinistra con la destra e colpire politicamente Renzi spiegando agli italiani che egli non aveva la maggioranza dei consensi.

A questa operazione si erano prestati, con vari livelli di lucidità politica, Michele Emiliano presidente della regione Puglia ed ex Magistrato della procura di Bari, la procura stessa di Potenza che aveva con tempistica sospetta fatto uscire in via rapida tutte le notizie di eventuali e possibili scandali che si intrecciavano alle ricerche di gas in Lucania e, finalmente, lo stesso Presidente della Corte Costituzionale che aveva sostenuto, uscendo dal tradizionale riserbo di questo organo, che votare era un dovere civico e non votare era quasi un reato. Tesi assurda perché una iniziativa referendaria che prevede il quorum indica che l’elettore ha il diritto di astenersi anche tenendo conto di una logica politica, cioè quella di impedire che il referendum abbia successo. Questa coalizione si appoggiava alla corrente di sinistra del PD e alle ali estreme del giustizialismo che sospettano sempre la corruzione collegata alla produzione industriale.

Anche la destra e, sopratutto, i 5stelle avevano entusiasticamente aderito a questa lotta pensando di non farsi scavalcare nel campo della politica ambientale e di raggiungere i consensi delle anonime masse popolari di cui i grillini si sentono portatori.

Gli elettori italiani più intelligenti che in altre occasioni (vedi referendum MartelliPannella sul nucleare) non sono cascati nella trappola politica e hanno lasciato che la quota referendaria del 50% restasse ben lontana dai risultati che i volonterosi ma politicamente ingenui sostenitori del referendum speravano. Gli effetti politici saranno scarsi e quasi non percepibili anche se l’ex procuratore Emiliano continuerà a sperare di diventare il leader delle correnti di sinistra del PD. Speranza che va incoraggiata perché occupa lo spazio di una visione giustizialista e neogiacobina della società italiana. Questa ipotesi politica trova già sostenitori nel mondo dei media i quali si erano buttati nella battaglia contro le “trivelle” con entusiasmo superiore a quello che la modesta fetta dei loro lettori poteva garantirgli. Per esempio il Fatto Quotidiano si è trovato, dopo i risultati, a dover fare una grande retromarcia perché stare dalla parte dei perdenti gli è sempre spiaciuto molto in quanto conta di signoreggiare le masse grilline. Ahimè cari Signori del Fatto è bene che sappiate che i direttori italiani non sono ancora così avviliti e inebetiti come si crede e credono tutt’ora che il loro Paese possa diventare una nazione moderna.