L'ambulanteProfessione YouTuber: Scemo del villaggio 2.0 o baby star al Salone del Libro di Torino?

In metro a Torino, in direzione Lingotto, una studentessa bisbiglia ad una coetanea: "Cosa ti sei persa ieri al Salone del Libro. Una ciurma di ragazzine che si strappava i capelli per gli Youtuber...

In metro a Torino, in direzione Lingotto, una studentessa bisbiglia ad una coetanea: “Cosa ti sei persa ieri al Salone del Libro. Una ciurma di ragazzine che si strappava i capelli per gli Youtuber”. L’altra ragazza con lo sguardo impassibile replica: “Mi spaventa chi paga per vedere i nuovi scemi del villaggio”.

Comincia con questo siparietto il mio blitz al 29° Salone Internazionale del Libro di Torino, che ha movimentato il capoluogo piemontese dal 12 al 16 maggio scorso. Altro che scemi del villaggio 2.0, le baby star degli Youtuber sono un fenomeno che in Italia vale migliaia e migliaia di euro.
Lo hanno capito gli editori che li stanno imponendo come le nuove fiamme del blockbuster e le vetrine come il Salone del Libro che alimentano il fenomeno da baraccone per fare cassa.

Mentre Paolo Crespi e Mark Perna proprio al Lingotto dispensano consigli, tratti dal loro nuovo libro Professione Youtuber, su come intraprendere questo mestiere, dall’altra parte del Salone del Libro bastano Benji & Fede, Antony Di Francesco o Greta Menchi ad infiammare la generazione Z.
Dal mettersi di fronte alla webcam sono passati a scrivere come parlano, perchè i loro libri, in fin dei conti, non sono altro che il patetico confessionale tv dell’alba del Grande Fratello traslocato su carta: mescolano pagine da diario allo zucchero filato dei sogni adolescenziali, trascrivendo l’eroismo di sopravvissuti in questa società che corre corre e non li sa comprendere.

Perchè dovremmo essere grati o ingrati al nuovo filone editoriale, che albeggia fin dal 2009? Gli editori in primis, perchè sono tornati a vendere più libri di carta con la storiaccia del firmacopie dello YouTuber divetto; noi perchè, grazie ai loro scritti noiosi, riusciamo a capire meglio la direzione dei gusti dei nostri figli. Li difenderebbero a spadatratta se leggessero su Amazon Italia i commenti negativi e divertenti degli acquirenti “pentiti” dei libri dello star-system YouTube.
E pensare che la mia generazione veniva derisa perchè tirava fuori i suoi miti dal piccolo schermo televisivo, ai tempi in cui, per fortuna, un cantante faceva il cantante, l’attore il proprio mestiere, lo scrittore il suo e lo scemo del villaggio restava tale senza il riflettore facile.

“Mi sono sempre piaciuti i gatti ma non ne ho mai avuto uno. Forse per questo li amo così tanto”, si legge nel libro Vietato smettere di sognare di Benji e Fede, la coppia musicale ispirata dai social network.
Sono uscito dal Salone Internazionale del Libro di Torino, scimmiottando questo ritaglio del duo YouTuber: “Mi sono sempre piaciuti i libri ma non ne ho mai letto uno. Forse per questo li amo così tanto”.