Per quel che mi riguarda ‘Orange is the new Black’ è una delle cose migliori ad oggi in circolazione (terza stagione a parte, ma amen…: nessuno è perfetto) e, davvero, dopo quattro anni che se ne parla non avete più scuse per non esserne stati folgorati.
Ma nel caso aveste ancora dubbi e traccheggiaste tra le repliche di ‘Don Matteo’ e quelle di ‘Bones’, qui una pratica guida alle obiezioni più semplici che può farvi la vostra voce interiore e a come risponderle.
1-Che palle una storia di lesbiche in prigione: ma non ci sono già i porno per quello?
No. Cioè sì: una delle trame è la storia di due donne che si prendono, si lasciano, si lasciano, si prendono, si prendono, si lasciano, si lasciano, si prendono che manco Ridge e Brooke, e che, al momento, sono in prigione. Ma è una parte residuale di un mosaico molto ampio.
OITNB è una storia corale di cui le due tizie e la loro storia di appartenenza reciproca e reciproche ripicche adolescenziali sono una parte.
Se non ti piacciono puoi anche fare avanti veloce nelle loro scene e non cambia niente.
2-Che palle? Quindi non ci sono scene di sesso saffico?
Ehi, non ho detto questo.
3-Ma, parlando di prison drama, non avevano già detto tutto quello che c’era da dire, ‘OZ’ e ‘Prison Break’?
No, scimunito.
Primo quelli erano ambientati in una prigione maschile, tutta violenza, testosterone, stupri, tatuaggi e azione.
Qui il carcere è femminile, ci sono i tatuaggi e c’è la violenza, ma gli stupri no, c’è il sesso (tantissimo).
Non c’è il testosterone, ma ci sono gli estrogeni che, si sa, sono più divertenti.
Non c’è azione, perchè il tempo è immobile, scorre lentissimo e vuoto.
Secondo: chi ha detto che OITNB parla di carcere?
4-Quindi se non è un porno soft stile ‘L Word’ e non è un prison drama stile ‘OZ’, di che parla?
Di crescita, scimunito.
Della vita che ti fa delle promesse e, all’improvviso, decide di non mantenerne nemmeno una. Della necessità di imparare a giocare con le carte che abbiamo, non con quelle che pensiamo ci spettino o che pensavamo di avere.
Di senso di colpa, del bisogno di farci i conti e, spesso di lasciarlo vincere.
Di gente che non ha (più) scuse.
Di come sei tu quando le chiacchere stanno a zero e sei solo e non c’è più uno straccio di posto dove nascondersi (‘truth is gonna find you, and truth is going to make you her bitch’).
Di scelte, giuste o sbagliate o persino abiette, e di come alla fine, non contino niente: la differenza la fa essere scoperti: le fedine penali e morali, alla fine, si equivalgono un po’ tutte.
5-Che palle. Ma le tette?
Ci sono, ci sono. Vedi punto 2.
6-Comunque ha un cast tutto femminile: è evidentemente rivolto a un target femminile, tipo ‘Sex and the City’ con meno vestiti e più parolacce.
No: piuttosto, se proprio vuoi, è il seguito di ‘Sex and the City’: quello era il mondo opulento dei trentenni degli anni ’90/2000: un mondo pingue in cui tutto era possibile e vicino: dalle scarpe di Manolo Blanik al matrimonio dei sogni.
Il mondo di OITNB è quello dei trenteni di oggi, dove persino una coca cola è un lusso irraggiungibile e praticamente niente è vicino.
Praticamente il tuo.