AnamMadame De Stael e la libertà del suo pensiero

Esce per conto della casa editrice Bibliosofica un volume contenente due celebri trattati di Madame De Stael: "Lettere sugli scritti e il carattere di Jean-Jacques Rousseau" e "Riflessioni sul suic...

Esce per conto della casa editrice Bibliosofica un volume contenente due celebri trattati di Madame De Stael: “Lettere sugli scritti e il carattere di Jean-Jacques Rousseau” e “Riflessioni sul suicidio”. Il testo curato da Livio Ghersi che firma la prefazione e tradotto dal francese da Andrea Inzerillo consente di ricordare una straordinaria figura nel panorama culturale europeo a duecentocinquant’anni dalla sua nascita.

Nata a Parigi nel 1766, Anne-Louise Germaine Necker più nota come Madame De Staël ha avuto uno sguardo intenso e veritiero su alcuni importanti accadimenti storici come la Rivoluzione Francese e l’ascesa al potere di Napoleone.

Cresciuta in un contesto familiare colmo di stimoli culturali, Madame De Stael ha coltivato uno spirito libero e una mente aperta sulle molteplici questioni della vita senza mai lasciarsi condizionare dalle correnti di pensiero più in voga.

In “Lettere sugli scritti e il carattere di Jean-Jacques Rousseau” – pubblicate nel 1788, dieci anni dopo la morte di Rousseau – De Stael esalta lo scrittore sorvolando su alcune dicerie circolate sul suo conto secondo le quali Rousseau si fosse suicidato dopo essere stato schernito e isolato dagli illuministi del periodo, tra questi anche Voltaire. Pur non condividendo il pensiero politico del grande pensatore, De Stael con grande acume ne riconosce lo spessore intellettuale. Le sei lettere presenti nel saggio offrono il nobile tentativo di rinvigorire la memoria di Rousseau, un uomo che ha saputo valorizzare il ruolo delle arti così come quello del progresso.

In “Riflessioni sul suicidio” Madame De Stael prende spunto dal suicidio del poeta von Kleist e della sua amante Henriette Vogel per soffermarsi sull’atteggiamento umano dinanzi alla morte inoltre durante la stesura del saggio, il giovanissimo figlio Albert, ufficiale dell’esercito svedese, rimane ucciso in duello. L’episodio incide sullo stato d’animo dell’autrice sconvolta dall’accaduto. La consapevolezza dell’essere umano che decide di togliersi è la vita è l’affermazione di uno dei suoi diritti: la libertà di scegliere, tuttavia De Stael conviene sulla considerazione che il suicidio sia anche un atto di profondo egoismo. Senza mai ricorrere alle dottrine religiose e rimanendo scevra da esse, l’autrice dei saggi cerca di rincorrere la verità senza condizionamento alcuno. Con un pensiero audace e libero, Madame De Stael si addentra nella profondità dell’essere umano cogliendo le ragioni più intrinseche che inducono l’uomo a suicidarsi.

Con il suo costante lavoro intellettuale, Madame De Stael rappresenta l’antesignana dell’affermazione dei diritti delle donne che all’epoca non potevano esprimere il proprio pensiero soprattutto riguardo le questioni politiche. Rivendicando una mentalità chiusa e bigotta, l’autrice si presenta come una delle più lucide osservatrici della sua contemporaneità.

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