L’arte galleggiante del bulgaro Christo sul lago d’Iseo ha rotto in pochissimo tempo la diffidenza dei bresciani. The Floating Piers, l’installazione artistica che dal 18 giugno al 3 luglio ha messo l’isoletta lacustre di Montisola sotto i riflettori del mondo, è stata visitata da quasi 1 milione e mezzo di persone.
I 3 milioni di euro, sborsati da Provincia di Brescia e Regione Lombardia per il potenzionamento dei servizi, sono stati ampiamente ammortizzati dal boom turistico sul piccolo lago lombardo. Sono noccioline rispetto ai 14 milardi, euro più o euro meno, sul groppone degli italiani per Expo 2015.
La settimana scorsa con 115 mila visitatori in un sola giornata, Christo ha fatto il miracolo e ha battuto il primato dell’Esposizione Universale, un vero e proprio smacco per la passerella galleggiante vissuta sui social media con pareri totalmente contrastanti.
Le 100 mila foto condivise su Instagram ci hanno messo la pulce nell’orecchio che quest’installazione non poteva essere ridotta al narcisismo di un selfie in loco (per tanti resterà solo una passerella). Il real time di Twitter ci teneva aggiornati sui disagi e code estenuanti, senza tener conto delle evacuazioni per il meteo ballerino o la disorganizzazione di Trenord, tra cui la mancanza ingiustificata dalle 22.30 di collegamenti in treno da Brescia verso Milano.
Infine, Facebook ha fatto da megafono per coloro che, senza mettere piede su The Floating Piers, si sono sottomessi alla spavalderia social di liquidare il progetto postavanguardista in una mega zattera galleggiante.
Christo ha fatto fluttuare tutti noi visitatori, rendendo ciascuno protagonista di un progetto d’arte non contemplativa. Non si trattava di soffermarsi sulla bellezza del tessuto che avvolgeva i 3 chilometri di passerella che hanno unito Sulzano, Montisola e l’isolotto di San Paolo, quanto contribuire a questa mega installazione postavanguardista, spirituale e ambientale con la personale esperienza e impatto emotivo, traendone spunti di riflessione in una sosta di almeno cinque ore.
La fascia oraria perfetta era tra le 7 di sera e mezzanotte, perché la fonduta di spiritualità era celata nel trittico sole luminoso, tramonto, calar della sera. Perchè non concedersi una suggestione evangelica osservando migliaia di persone camminare sull’acqua? Perché mai sottrarsi ad una trasfigurazione d’amore shakesperiana fluttuando intorno al castello dell’isolotto di San Paolo?
Chiristo ha compiuto un atto di generosità verso questa zolla di Lombardia e un atto d’amore in memoria della sua amata compagna di Land Art Jeanne-Claude, scomparsa a New York nel 2009. E se la passerella circolare intorno al castello di San Paolo avesse evocato un grande abbraccio bagnato dall’acqua lacustre, quello che non spegnerà mai l’amore del “finché morte non ci separi”?
La via crucis dell’arte postavanguardista di Christo ci ha redenti nell’amore della terra di cui siamo figli ingrati, scostandoci dalla dissonanza della celebre citazione evangelica: “Beati quelli che crederanno senza aver visto”. Noi abbiamo creduto all’arte di Christo, vedendo e vivendo The Floating Piers.
Siamo state quasi un milione e mezzo di anime, che hanno lasciato sulla terra ferma il proprio corpo, denudando la propria esistenza per tornare a dialogare con Dio in una camminata naturale e spirituale, indefinita, temporanea, irripetibile.