Analisi molto sentimentale sulle elezioni americane e sul perché, l’altra notte, con Hillary, ho perso anche io.
Avvertenza: qui non si parla di fatti. Quelli li sapete da soli.
Anche se vi piacciono o se non vi piacciono, lo sapete da soli.
Sul perché ci si è arrivati, a questi fatti, si stanno scrivendo in queste ore fiumi di inchiostro e altri se ne scriveranno da qui a un bel pezzo.
E comunque non qui.
Qui, al massimo,troverete qualche personale conclusione, utile più a chi scrive che a chi legge, del perché di sole non se ne vede la traccia.
No, non è perché hanno vinto i cattivi: quello, a volte succede. Succede nella storia, nei film, spessissimo nello sport (soprattutto in Italia).
Succede. Pazienza.
A volte le cose finiscono male e poco importa se non ci si abitua mai (a ogni replica di Via col Vento, per esempio, io spero che lui, sulla porta, le dica “Ok, dai…”).
No, no. Il problema, questa volta, quello a cui non riesco a rassegnarmi, quello che fa si che io non mi dia pace, quello che sta generando una psicosi collettiva in America e in tutto il mondo è che, stavolta, abbiamo avuto la dimostrazione plastica che “niente importa”.
Non importa farsi un mazzo così per tutta la vita, non importa studiare, non importa essere i più preparati, studiare, capire, alzarsi tutti i giorni e andare a lavorare, pagare le tasse e le multe per divieto di soste, pettinarsi come Cristo comanda, cercare (almeno in parte, per come si può) di non dire balle, essere gentili, fare al fatica di corteggiarle le donne invece di ‘prenderle per la figa’, cercare di stare dalla parte giusta. Niente. Non conta niente.
Non importa.
E, lo scrive Safran Foer, non io, che ” Se niente importa, non c’è niente da salvare”.
L’altra notte è successo che il candidato più preparato di sempre ( il-più-preparato-di-sempre-: non c’è Obama che tenga: il-più-preparato-di-sempre) ha perso contro il più improvvisato di sempre.
E allora tanto vale.
Tanto vale bigiare a scuola, rubare (l’evasione fiscale – sia chiaro- è un furto, non altro), prendere per il culo disabili, poveri e anziani e toccare le donne che non vogliono essere toccate.
Tanto è uguale: fate un po’ come cazzo vi pare.
La verità è che se una buona cosa ha fatto Trump è rivelarci che, fin da quando eravamo bambini, ci sono state dette un sacco di balle. Studiare? Lavorare? Mangiare con i gomiti giù dal tavolo? Non serve a niente.
Non importa.
Niente importa. Non c’è niente da salvare.