Il Presidente Donald Trump sa bene di avere tutta Hollywood contro e che ormai il red carpet della 89a Notte degli Oscar è diventato l’ennesimo estuario di protesta contro di lui. Ai tempi del Watergate di Nixon bastava appostarsi sotto la Casa Bianca armati di megafoni e striscioni; oggi tra tacchi a spillo e abiti da sera scintillanti la protesta radical chic anti-Trump si riversa tutta in passerella sotto i riflettori.
La miccia social? Un tweet lanciato in diretta dal conduttore Jimmy Kimmel rivolto al nuovo inquilino della Casa Bianca: “Donald Trump, sei sveglio?”. Da Washington nessuno batte un colpo, neanche dopo il cinguettio “Meryl dice ciao”, riferito alle parole anti-Trump della Streep agli ultimi Golden Globes.
Nessun colpo di scena, Trump è troppo indaffarato a disegnare il muro sul confine messicano, senza avere noie neanche dal documentario Fuocoammare del nostro Gianfranco Rosi, che lascerà Los Angeles senza una statuetta dell’Academy. Chissà se il Presidente Trump avrà fatto orecchie da mercante dinanzi alla dedica di Rosi a tutti i migranti.
Dopotutto non sono “migranti” soltanto quei poveri disgraziati mandati a morire sui barconi nel Mediterraneo, ma lo siamo stati anche noi italiani, in cerca di fortuna negli USA all’alba del ‘900, oggi confusi nel groviglio del turismo di massa che vola da Roma a New York a cifre alla portata di tutti.
Senza tirarla troppo per le lunghe, Trump avrà gufato su questa 89a Notte degli Oscar con il tormentone che “la statuetta dell’Oscar andrebbe sbiancata”. Dove si è vista mai una gaffe così mastodontica come quella della “busta sbagliata” col nome del vincitore? Sembra un fuori onda da nostro Belpaese bonario in bianco e nero dei tempi di Lascia o raddoppia.
Quelli di La La Land pensavano di essersi pappati l’Oscar come “Miglior film”, avevano iniziato il discorso da copione e lanciato il tweet celebrativo. Invece no, a Warren Beatty avevano passato la busta sbagliata. Il miglior film è Moonlight di Barry Jenkins, misto di lirismo tra radici afroamericane e omosessualità. Adesso chi lo dice a Trump che Mahershala Alì, Oscar come migliore attore non protagonista di questa pellicola, è il primo musulmano della storia a vincere la statuetta più sognata in America?
Il Trump anti-migranti è stato prima beffeggiato dalla Corte Suprema e ora dagli orientamenti dell’Academy. I conti tornano.