L'ambulanteBullismo e social network: il coraggio di un papà

Qualcuno mise nero su bianco: "Essere un buon padre è come farsi la barba. Non importa quanto sei stato bravo a raderti oggi, devi farlo di nuovo domani." Chissà se Salvatore, prima di pubblicare s...

Qualcuno mise nero su bianco: “Essere un buon padre è come farsi la barba. Non importa quanto sei stato bravo a raderti oggi, devi farlo di nuovo domani.” Chissà se Salvatore, prima di pubblicare su Facebook la foto del figlio malmenato da una gang di bulli alla periferia di Napoli, l’aveva letta. Dopo tutti i rimbalzi facebookiani di tenerezza in occasione della Festa del Papà, la punta di eroismo di questo genitore sta tutta in quel pelo sullo stomaco che va oltre la denuncia alle autorità competenti.

Il segno è stato condividere con migliaia e migliaia di sconosciuti l’immagine del suo ragazzo timbrato dai lividi di un fenomeno che non ha né circoscrizione territoriale né età: “Vi mostrerò la faccia vera di quella merda che si chiama Bullismo e vi prego di condividere e commentare perché quello che oggi è successo a mio figlio non deve e non dovrà accadere a nessuno.”

Al di là dell’impegno o del disimpegno delle istituzioni locali e nazionali, delle campagne di sensibilizzazione, quanto facciamo noi per spalare questa “merda” sotto i nostri occhi? Senza dimenticare le anime bianche dei pestaggi, i morti dimenticati che fecero del bulletto omicida il nuovo baby criminale del quartiere, ci indigniamo di fronte a questi episodi, ma poi in pratica per quieto vivere avalliamo il diritto all’omertà.

Il bullo non è una rogna del dirigente scolastico, dell’insegnante o dell’educatore, è una piaga che ci riguarda tutti, genitori o non. Le oltre 250 mila condivisioni social della foto dell’ennesima vittima non bastano per manifestare solidarietà a un papà e a suo figlio. Occorre iniziare ad essere “vigilanti”, partendo dal nostro condominio, dal perimetro dove comincia e finisce la nostra giornata.

“Essere un buon padre è come farsi la barba. Non importa quanto sei stato bravo a raderti oggi, devi farlo di nuovo domani.” Domani vogliamo essere anche noi bravi a raderci. Grazie papà, ora tocca a noi fare il resto.